Le minoranze saranno pure dei “raffinati politici” ma di regolamenti, norme e leggi capiscono proprio poco. Per quanto riguarda il quoziente familiare, cioè il principio secondo cui occorre incrementare gli aiuti alle famiglie numerose dimostrano una totale ignoranza. Il quoziente familiare segue, nei casi di sostegni previsti dalle norme regionali o nazionali, precise leggi. Nessun atto del Comune può superare o contraddire la legislazione vigente pena l’essere esposti a ricorsi e condanne amministrative. Il Comune di Parma, più volte citato, ha esattamente seguito questa regola. Infatti le modifiche del quoziente familiare le ha inserite solo nei regolamenti che riguardano i provvedimenti del Comune. Se i nostri consiglieri di minoranza fossero un po’ più attenti, si sarebbero accorti da tempo che il Comune di Castiglion F.no applica un diverso quoziente familiare nei propri provvedimenti (come ad esempio l’ISEE “ristretto” applicato al Servizio di Assistenza Domiciliare destinato ad anziani autosufficienti, l’ISEE “estratto” applicato al Servizio di Assistenza Domiciliare destinato ad anziani non autosufficienti e a disabili e l’ISEE “diversamente rilevante” applicato all’erogazione di contributi economici ordinari e straordinari), esattamente quello che fa il Comune di Parma. Non a caso il nostro Comune è all’avanguardia nella protezione delle categorie più deboli: vogliamo ricordare il contributo straordinario alle famiglie in difficoltà, specie a quelle che a causa della crisi economica hanno perso il proprio reddito, la convenzione con la Caritas per aiutare i nuclei con bambini piccoli e di contributi dati a vario titolo per affitti, gas, energia elettrica e rifiuti. Ma abbiamo fatto ancora di più, perché abbiamo inserito un sistema di controlli per evitare che chi non ha diritto possa usufruire di queste agevolazioni. Non a caso abbiamo pressoché azzerato l’elusione dei contributi per la mensa e il trasporto scolastico. Nel mentre l’Amministrazione dimostra grande coerenza, lo stesso non si può dire per i consiglieri di minoranza i quali denunciano il fatto che vi siano persone che non hanno diritto alle agevolazioni (cosa possibile visto che molto si basa sul’autocertificazione), ma poi non hanno il coraggio, nelle sedi ufficiali, di fare nomi e cognomi per consentire controlli accurati, lasciando così tutto nel vago. Tipico di chi è abituato a lanciare il sasso e a nascondere la mano
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