A fianco del sindacato dei medici per esprimere un secco no all’ipotesi di togliere la guardia medica durante la notte. Al suo posto, secondo la ristrutturazione, solo la presenza notturna del servizio 118. Un grido di allarme che arriva dai medici di medicina generale e non solo accolto dalla maggioranza “Libera Castiglioni” che durante l’ultimo consiglio comunale ha chiesto al Sindaco Agnelli e all’Assessore alla Sanità Massimiliano Lachi di farsi promotori, nelle dovute sedi, delle istanze sia dei medici ma soprattutto dei cittadini che si sentono sempre meno tutelati dal servizio sanitario nazionale.
“E’ l’ulteriore passo del Governo per rovinare la sanità pubblica” dichiara l’Assessore Lachi. Secondo il sindacato dei medici i “medici del 118 si troverebbero a svolgere, in contemporanea, due tipologie di servizio completamente diverse: i ‘codici rossi’ di emergenza e le visite e prescrizioni per patologie minori. Questa situazione provocherà disfunzioni nell’assistenza medica molto gravi, con gli operatori stretti tra l’obbligo d’intervento immediato in emergenza e il pericolo di commettere omissione di soccorso se costretti ad interventi molto differenti nel tempo, sia nelle zone a notevole estensione territoriale, sia nei centri urbani ad alta intensità abitativa”. “La decisione di sospendere il servizio notturno della Guardia Medica non fa altro che arrecare un notevole disagio a quei cittadini che necessitano di cure ed interventi che non possono essere procrastinati al giorno dopo. L’ulteriore rischio sarà quello di lasciare inevase o comunque assistite con drammatici ritardi le vere urgenze, quelle per cui la rapidità di intervento significa la differenza tra la vita e la morte del paziente” sostiene il Sindaco Mario Agnelli. La popolazione castiglionese al pari di quella degli altri paesi sta diventano sempre più vecchia, su 13.217 persone gli ultrasessantacinquenni sono poco più del 20 % mentre gli under 15 sono circa il 12 %, di conseguenza il numero degli interventi della Guardia Medica è in continua crescita. Si tratta di un servizio capillare, diffuso a tutta la popolazione, sia urbana che rurale, e con un costo del tutto contenuto, ben al di sotto dell’1 % delle spese del Servizio Sanitario. “Il rischio di questa riforma è quello di peggiorare l’assistenza senza neppure diminuire la spesa” conclude il Sindaco Agnelli.