{rokbox title=| :: |}images/brandi5.jpg{/rokbox}Voglio cogliere l’occasione del brutto episodio che ha visto coinvolti alcuni genitori che assistevano ad una partita del settore giovanile della Castiglionese, per alcune brevi riflessioni. Non è la prima volta che accadono fatti simili, in alcune situazioni ci si limita, per modo di dire, agli insulti e agli urli, in altre come in questo caso, si passa alle vie di fatto. Credo dunque che come Amministratori locali non possiamo rimanere inerti.
Il mio ragionamento non riguarda solamente il calcio, ma anche tutte le altre discipline che vedono coinvolti settori giovanili. Come Sindaco, credo che il Comune debba riprendere in mano il controllo della situazione. Il che non significa riesumare dagli scaffali della storia l’Opera Nazionale Balilla, dove lo stato esercitava un ferreo controllo anche sull’educazione sportiva dei giovani. Però non si può continuare nemmeno con questa situazione: ci si mette la coscienza apposto dando in gestione strutture sportive, elargendo qualche contributo, realizzando nuovi impianti.
Per il resto, deleghiamo molto, per non dire tutto, alle singole società. Tutto questo è sbagliato. Il problema è come collegare lo sport giovanile ad una corretta formazione civica del nuovo cittadino. Per esempio, sarebbe interessante capire se, come avviene all’estero, il rendimento scolastico è una componente del curriculum del giovane atleta. Detto in altre parole, se studi giochi, altrimenti stai fuori squadra.
Così come credo che sia un diritto della comunità conoscere se società che gestiscono centinaia di ragazzi, lavorino sul piano della formazione personale oltre che di quella fisica.
Pur essendo faticoso, occorre avviare un nuovo percorso che veda coinvolte le società sportive, le scuole ed il Comune, con incontri periodici in grado di sviluppare un progetto che riguardi tutto lo sport castiglionese, evitando le competizioni tra società, rompendo gli schemi dei circoli chiusi e le inevitabili gelosie che nascono in questo mondo.
E’ un modo nuovo di affrontare questo argomento, in grado a mio avviso di dare delle risposte anche in termini di risultati.
Io ritengo che la crisi dello sport in Italia, non abbiamo una sola disciplina che brilli a livello mondiale, escluso Valentino Rossi, sia indicativa di uno stato di cose preoccupanti. Non è pensabile che un Paese di quasi 56 milioni di abitanti non tenga il passo di altre nazioni simili alla nostra. Evidentemente qualcosa nel meccanismo non funziona. E’ sicuramente un problema di strutture, in Italia si continuano a privilegiare i mega investimenti rispetto per esempio ai piccoli impianti sportivi, ma è soprattutto un problema di mentalità.
Per questo, credo che un ruolo importante possano svolgerlo gli Enti locali che per loro natura sono più vicini ai bisogni e alle richieste del territorio.
Io credo che con una corretta programmazione ed educazione che riguardino giovani atleti e genitori si possano evitare brutte pagine come quella che ricordavo all’inizio e soprattutto si possa ridare dignità allo sport italiano, oggi purtroppo colpito al cuore dal gossip, dai bilanci falsati e dai diritti televisivi.