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I sotterranei della cattedrale

Nell’inverno del 1789 la monotona vita universitaria della città di Urbino è sconvolta da una serie di morti misteriose, il cui unico, apparente legame, è il dedalo di gallerie e cunicoli scoperto sotto la cattedrale dopo il crollo della cupola.
Vitale Federici, dottorando in filosofia, andrà a fondo della vicenda, scoprendo così una verità che in molti vogliono tenere nascosta:

l’esistenza, nel sottosuolo di Urbino, di un antico tempio romano consacrato alle Ninfe e custodito dall’Ombroso, creatura innominabile temuta da tutti gli urbinati, il coinvolgimento di un ordine segreto che annovera tra le sue fila alti e insospettabili prelati.

Il thriller I sotterranei della cattedrale di Marcello Simoni ha due evidenti punti di forza. Il primo è la meticolosa ricostruzione storica: grazie a una dovizia di particolari, dai tappeti alle pipe, dall’abbigliamento alla città stessa, il lettore riesce a vedere e a percepire in maniera nitida non soltanto il “quando”, ma anche la vita intellettuale di una delle più antiche e prestigiose università d’Europa.

Secondo elemento vincete è il ritmo: serrato, tesissimo. Con l’incalzare dei fatti che trasforma la storia in una lunga concatenazione di eventi che avvinghia il lettore fino alle battute finali. Un’esposizione martellante e senza troppi fronzoli che, a differenza de I custodi della Biblioteca di Glenn Cooper, si adatta perfettamente al romanzo e non fa percepire al lettore nessuna carenza narrativa.

Condito infine con una punta di romanticismo, frutto del legame d’amore appena tratteggiato che unisce Vitale alla bella Lucrezia, I sotterranei della cattedrale si rivelata un libro vincente e avvincente, che ben si adatta a tutti gli appassionati sia di romanzi storici che di gialli per così dire “nostrani”: mentre le pagine scorrevano sotto ai miei occhi e il protagonista compiva le sue incredibili deduzioni con l’uso della sola ragione (siamo infatti ben lontani delle indagini in stile CSI dove la tecnologia fa la parte del leone!), ho avuto quasi l’impressione di trovarmi davanti a un don Matteo di fine ‘700 impegnato in una delle sue avventure più rischiose e intriganti all’ombra della croce. Mancava soltanto la bicicletta.

Da leggere subito!

 

Stefano Milighetti

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  • Una bella recensione di un libro del quale avevo sentito parlare;mi sembra avvincente,coinvolgente,interessante.Grazie per questa presentazione che mi invita ad un genere di lettura che normalmente non frequento.Lucia Bianchi.

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Stefano Milighetti

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