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Dieci domande a Eleonora Della Gatta

1. Eleonora della Gatta: tre aggettivi e un colore per dirci qualcosa di te.
Crepuscolare, ironica, sognatrice. Come colore direi la tenue sfumatura del glicine.

2. Quando hai capito che da “grande” saresti diventata una scrittrice?
Ho sempre avuto una morbosa attrazione per la scrittura. Fin da bambina la mia grafomania si manifestava portandomi a scrivere qualunque cosa mi passasse per la testa su quaderni, carta oleata del pane, retro degli scontrini, perfino sul palmo della mano. Inventavo mondi fantastici e mi scrivevo da sola le favole della buonanotte ricche di gnomi, elfi e folletti. Crescendo ho cominciato ad abbozzare le prime storie un po’ più serie e la soddisfazione di aver terminato il primo romanzo è stata una delle più grandi della mia vita.

3. Raccontaci del tuo esordio letterario.
L’approdo alla mia attuale casa editrice non è stato esente da travagli. Da inesperta ho zoppicato parecchio prima di riuscire a trovare la mia strada. Brancolavo nel buio, non sapevo nemmeno dell’esistenza degli editori a pagamento, dei quali sono venuta a conoscenza dopo un agghiacciante contratto di pubblicazione di un famoso EAP. Da quel momento ho cominciato a fare le cose scrupolosamente, informandomi per bene grazie anche alle notizie dettagliate e facilmente reperibili sul web. Ho fatto una selezione di editori con la E maiuscola, seri. Ero giunta alla conclusione che avrei pubblicato solo se il mio libro si fosse rivelato davvero valido. Non avrebbe avuto senso esporsi con un romanzo scadente, volevo trovare qualcuno che credesse in me e nel mio lavoro. E così è stato con Il Ciliegio.

4. Tra i personaggi del pantheon di Eleonora della Gatta, ce n’è uno che ti rispecchia maggiormente?
Più che uno solo è la fusione di due personaggi: senz’altro Flora, la protagonista della saga delle Guardiane della Nebbia. Abbiamo in comune qualche tratto caratteriale come la riservatezza, la sensibilità e alcuni modi di fare. E poi c’è Ruth, la saggia nonna di Flora che, più che rispecchiarmi in lei, funge da modello per la persona che vorrei cercare di essere: colta, sagace, brillante, pacata e affabile ma con una grinta da vendere.

5. Sei in viaggio per un pianeta lontanissimo: quale libro porteresti con te? E quello che lasceresti sicuramente sulla terra è?
Uno solo? E come faccio! Dai, fammene portare almeno tre: “Shining” di King, “La fattoria degli animali” di Orwell e la raccolta di poesie di Guido Gozzano. Quello che lascerei sulla Terra senza troppi rimpianti è uno a caso di Moccia!

6. Gli italiani: un popolo che scrive ma non legge. Una riflessione.
La riflessione è amara. Ormai è diventato un luogo comune che mi piacerebbe molto venisse sfatato. Le statistiche pare non mentano, ci riteniamo tutti novelli Manzoni ma la percentuale dei lettori che hanno all’attivo più di due libri al mese è infima. Come al solito ci dobbiamo far surclassare dai Paesi anglosassoni e dai nordeuropei. Forse l’approccio che alcuni lettori “ingenui” hanno con i libri può essere un po’ viziato, nel senso che vedo che c’è la tendenza a catapultarsi più sui soliti noti editori e i soliti noti autori, snobbando molto le piccole case editrici di gran lunga meno pubblicizzate, i cui titoli spesso non sono reperibili fisicamente nei bookstore. Questo porta ad acquistare solo quei pochi romanzi di autori apprezzati, magari facendoci abbindolare dalle fascette che urlano “best seller”, “vincitore del premio Tal dei Tali”, “milioni e milioni di copie vendute” e via dicendo. Qui faccio un mea culpa perché è capitato anche a me di cascare nel tranello, ritrovandomi a leggere libri noiosissimi se non addirittura penosi. Bisognerebbe ampliare gli orizzonti di lettura e trovare un modo per cercare di coinvolgere i lettori più pigri.

7. Grazie a internet si sono creati nuovi spazi, specie per gli esordienti, prima impensabili. A tal proposito, qual è il tuo rapporto con il web? Basandoti sulla tua esperienza personale, la visibilità che offre la rete è effimera o può costituire un buon trampolino di lancio?
Il mio rapporto col web è di amore e odio. Non nego che si può rivelare, se sapientemente utilizzato, un eccellente trampolino di lancio perché permette agli esordienti di crearsi una propria nicchia di lettori che, con il tempo e il passaparola, potrebbe crescere notevolmente. Ci sono le pagine Facebook, c’è la velocità di Twitter, si può realizzare un sito gratuito grazie a Blogger, WordPress e compagnia bella. Le opportunità non mancano e, se si ha un buon intuito e si fanno le scelte giuste, un ritorno si ha di sicuro. L’unica cosa che mi lascia perplessa è la volubilità degli internauti, sono molto rapidi nel cambiare umore e idea. Il web è veloce e se non ti adegui e non sai tenere il passo è inevitabile restare indietro, dimenticato in un nano secondo.

8. Per gli aspiranti scrittori: il consiglio di Eleonora della Gatta.
Valutate la vostra opera con quanta più obbiettività possibile, anche quando vi sembra perfetta e ultimata rileggetela un’altra volta. Se avete la possibilità, fatela leggere a un gruppo di persone amiche dalle quali sarete certi di ricevere un parere sincero. É fisiologico che ci saranno sempre errori che vi sfuggono, fateveli segnalare e soprattutto ascoltate i vari punti di vista e consigli. Stilate una lista ragionata di editori papabili a cui inviare il manoscritto, mandare il testo random fa indispettire molto chi lo riceve. Se nella sezione “Invio manoscritti” di una casa editrice c’è la specifica – non si accettano gialli – si fa una brutta figura a mandare un romanzo giallo! E poi aspettate fiduciosi, non tormentate gli editori con mail e telefonate. Se il libro vale, verrete contattati, ma mettete in preventivo lunghi tempi di attesa (io ho impiegato un anno prima di ricevere risposta positiva).

9. Sempre per gli aspiranti scrittori: editoria a pagamento, sì o no?
No categorico. Non servono centomila titoli l’anno, serve un catalogo ragionato e di valore. L’editoria a pagamento è la causa del drastico calo della qualità delle pubblicazioni ed è una presa in giro per gli autori. E poi dove sta scritto che devo pure pagarti (un sacco di soldi) dopo aver lavorato sodo? Se si tratta solo di un mero appagamento dell’ego, conviene lasciar perdere, a questo punto è meglio ricorrere al POD.

10. Per concludere: qual è il tuo sogno nel cassetto? Insomma, domani mattina vorresti svegliarti e…
Beh… domani mi sveglio e il mio romanzo è in testa alle classifiche di vendita, ovvio!

Per contattare l’autrice:

www.aristogatta.com oppure nelle sua pagina di Facebook.

 

Stefano Milighetti

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  • Premetto che già mi fanno simpatia le parole con cui Eleonora si presenta ,crepuscolare ,ironica, sognatrice e il modello al quale si riferisce,nonna Ruth, protagonista di un suo romanzo.Aggiungo che mi fa molto piacere leggere un'intervista,veramente educata e sostanziosa,dove con garbo si delinea una persona ed una scrittrice,che vorrò conoscere ed alla quale voglio augurare il successo che sicuramente si merita.Lucia Bianchi.

  • Lucia grazie davvero per le tue gentili parole, non sai quanto mi hanno fatto piacere!

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Stefano Milighetti

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