Ieri sera, in seconda serata, su rai3 ha debuttato Masterpiece, il primo talent al mondo dedicato agli scrittori emergenti. Un progetto così innovativo che, a quanto ho letto, ha interessato perfino un noto quotidiano americano.
In questa puntata sono apparsi i primi dodici selezionati e, alla fine, l’ha spuntata Lilith De Rosa, operatore televisivo della capitale, che ha vinto l’ingresso alla fase finale del programma.
Ammetto per onestà intellettuale di averlo guardato forse con un occhio eccessivamente critico, tuttavia non posso dare un giudizio assolutamente positivo. Così com’è stato concepito, ricorda troppo da vicino il format di X-Factor e alcune “sparate” di De Carlo mi hanno piuttosto infastidito: a una concorrete ha detto che il suo potrebbe concorrere come romanzo più brutto del programma, ad altri si è permesso addirittura di strappare i testi redatti durante la prova di scrittura creativa.
Altro punto debole: i romanzi dei partecipanti sono finiti in secondo piano, messi in ombra dalle storie personali dei concorrenti. Questo, dal mio punto di vista, è forse l’errore più grave perché da aspirante scrittore e amante della lettura, avrei preferito che fossero sviscerati i romanzi e non gli autori. Mi sarebbe piaciuto sapere il perché, i dettagli e i particolari dei romanzi che si sono meritati la chiamata per Torino.
Agghiacciante la parte conclusiva, con quella corsa di 59 secondi in ascensore per convincere Elisabetta Sgarbi della validità del proprio lavoro.
Conclusa la puntata, sui social network si è scatenato un discreto linciaggio e devo di nuovo ammettere che anch’io ci ho messo del mio, sparando ad altezza uomo praticamente su tutto. Oggi però, dopo un’attenta riflessione e scrivendo a mente fredda, credo che in molti abbiano trascurato un elemento significativo: quella di ieri sera, così come le prossime cinque puntate, sono soltanto le eliminatorie, volendo definirle in questo modo, e quindi credo (e spero) che il talent vero e proprio debba ancora cominciare.
Non è cambiato ciò che penso sull’impostazione del programma e il retrogusto leggermente soporifero non è scomparso, tuttavia ho commesso un’imperdonabile leggerezza di valutazione. Un po’ come se mi fossi limitato a giudicare un libro soltanto dalla copertina e dalla trama sul retro. Mi sento quindi di dire che forse, dopo tutto, una lancia in favore di Masterpiece sia doveroso spezzarla e che per tirare le somme definitive sulla trasmissione, sulle strategie adottate e sul vincitore/vincitrice sarà bene aspettare almeno l’inizio della seconda parte del programma, prevista per la fine di gennaio 2014.
Intanto voglio augurare un grosso in bocca al lupo a tutti quelli che ancora devono cimentarsi con la prova televisiva. Per il resto, staremo semplicemente a vedere.