Vivo stabilmente a Cortona da circa 15 anni e sono felice ed anche un po’ orgoglioso della mia scelta, perché è assai raro trovare un luogo in cui la storia e la cultura si manifestano non solo nelle pietre delle mura e delle case, ma anche e soprattutto nella consapevolezza e nello spirito civico degli abitanti e quindi, di riflesso, nella qualità, elevata, delle amministrazioni della città.
Cortona potrebbe, a mio immodesto parere, tentare un esperimento di democrazia partecipativa che, se riuscito, farebbe fare un ulteriore passo avanti alla popolazione mettendo a frutto, nella modernità, la sua antica e radicata cultura.
L’amministrazione comunale potrebbe utilizzare la contemporanea “piazza telematica” del WEB per connettere stabilmente i suoi membri politici ed i suoi dirigenti con la popolazione, ed i cittadini fra di loro per informarsi, informare e discutere sulle questioni politiche di cui si occupa e dei provvedimenti amministrativi, nella direzione di una moderna “Democrazia Partecipativa”, che rivitalizzerebbe l’antica cultura del luogo.
Io che per fortuna, forse meritata, non ho niente da fare, mi diletto a parlare con tutti quelli che incontro nelle piazze e nei bar per “capire” il mondo in cui vivo e come la dignità di ogni singolo individuo si manifesti in auto ed etero determinazione, con riguardo particolare alle vicende della politica; sono iscritto ad un partito e partecipo alle riunioni ed alle discussioni, eppure conosco pochissimi degli eletti in consiglio e qualche assessore; comunque quasi niente so di ciò che si discute nella amministrazione, tranne quello che leggo sul “Pollo”.
Se mi viene in mente qualcosa riguardo alla amministrazione della città non so con chi comunicare, tranne il sindaco e un paio di assessori che, bontà loro, mi stanno a sentire e rispondono pure, eppure penso di avere tutti gli strumenti, tranne quello (tecnicamente) comunicativo per interagire con l’amministrazione, ma, penso spesso: il contadino, l’operaio o lo studente come fanno a sentirsi inseriti nel sistema democratico che li governa? Certo non è sufficiente, e meno male che c’è, la scheda che ogni tanto compilano nel seggio elettorale.
Sfruttiamo la rivoluzionaria tecnologia del WEB per ricreare la democrazia partecipativa dell’Atene di Platone! Potrebbe essere interessante ed utile e costerebbe pochissimo, a parte la fatica che i “politici” dovrebbero fare per interloquire con la città, ma, chi glielo ha fatto fare?
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Bisognerebbe prendere le distanze da una illusione propagandistica che domina la politica nazionale e locale.La rivisitazione della tenzone degli "antichi" e dei "moderni" inscenata dalla cosiddetta "rottamazione".Quando si placherà questo mediocre,incolto e vano agitarsi ,e torneremo ad occuparci di cose serie, eleveremo un reverente pensiero a Francesco Guicciardini.Il quale,tra il 1512 ed il 1525,mise insieme delle riflessioni che possono aiutarci e confortarci.Sentite questa.
"Quanto si ingannono coloro che ad ogni parola allegono e Romani!Bisognerebbe avere una città condizionata come era loro,e poi governarsi secondo quello essempio:el quale a chi ha le qualità disproporzionate è tanto dispoporzionato,quanto sarebbe volere che uno asino facessi el corso di uno cavallo".F.G.Ricordi 110.Idem dicasi se ci poniamo di fronte al discorso dell'epitaffio di Pericle.Questi signori non perdevano tempo a denigrare il passato per favoleggiare il futuro e,nel contempo,dedicandosi a manomettere gli ordinamenti politici promettendo miracoli.Facendo un salto di qualche secolo,nel 1866,qualcuno che conosceva bene i classici,inventò una formula che racchiude ancora oggi il significato più tragico di tutte le contraddizioni italiane.La distanza tra "paese reale" e "paese legale".Era un gesuita e scriveva su:"La civiltà cattolica".Abbiamo un mese di tempo per misurare l'attuale distanza tra le condizioni del paese e le capacità vere,presunte e millantate di governarlo.A Roma ed a Cortona.Occorre dissipare cortine fumogene.Siano esse puramente mimetiche oppure tossiche.
Caro Felice, sai quanto io stimi la tua cultura, ma a volte mi stanca vederne la manifestazione gratuita; non potresti provare qualche volta ad entrare nel merito delle questioni?
Per me, e penso anche per gli altri lettori, sarebbe più utile oltre che meno "palloso".
Con simpatia.
Gratuita o salariata ,la "cultura",nelle discussioni politiche come in quelle olfattive ,non coltiva mai ,come qualcuno mostra di credere,soverchie illusioni di stabilire preliminarmente il "merito" delle questioni.Per la semplice ragione che ogni tentativo,dal più impressionistico e cialtronesco a quelli più rigorosi,di asseverare delle verità è,e resta, approssimativo.Chi si annoia e trova "pallosi" i tentativi altrui di approssimarsi alla verità,farebbe meglio ad occuparsi d'altro.Forse con maggior sollievo di quelle stesse persone che pretende,ruffianescamente, di associare alla propria inconsistenza intellettuale,all'assenza di capacità argomentative,alla gratuita (quella sì) volgarità dei modi.
Leggendo le critiche ad una proposta che può o meno piacere ma sicuramente ha un senso mi è ritornato in mente una frase di Grillo (del tempo in cui faceva il mestiere che sapeva fare): "un Italiano è un latin lover, due Italiani un casino, tre Italiani fanno quattro partiti"
....e, per favore, lasciamo stare Guicciardini o Pericle e spezzoni di frasi estrapolate da un più lungo ragionamento.
Frati Gilberto
La difficoltà non nasce dal numero delle opinioni.Individuali o raccolte in piattaforme politiche e programmatiche, come i partiti.Il problema sorge quando esse debbono trasformarsi in decisioni collettive.Lei,sig.Frati,potrebbe benissimo essere convinto che guidare a sinistra, come gli inglesi, o contromano,come Benigni,siano un'ottima cosa.Rischierebbe serie conseguenze se decidesse di comportarsi abitualmente secondo tali convinzioni:a scorno delle regole che in proposito hanno accolto e legittimate opinioni diverse dalle Sue.Non so se Lei se ne sia accorto ,ma si sta tentando di discorrere su queste cose in vista del referendum di dicembre.La cui materia è appunto quella delle regole di trasformazione delle nostre opinioni in leggi.Tale evento ,e la riflessione che sollecita,configurano un contesto ermeneutico, che rende congrue talune citazioni.Lei può lasciare stare chi e cosa Le pare.A patto di non parlare a vanvera di cose che non sa.La citazione di Guicciardini riportava interamente un pensiero dello storico e politico fiorentino.Non è un brano estrapolato, come afferma Lei.Pericle ed il suo discorso dell'epitaffio ,per di più,venivano citati come esemplari di una concezione classica della "democrazia" e dello stato sulla quale è sempre istruttivo riflettere .Anche a chi,come Lei,appartiene al partito della digressione e della fumisteria.
Per chi sostiene che si debba votare si per cancellare la Nostra Costituzione è palesemente un frustato del politicamente perverso, perche basta che i sostenitori del si, leggano attettamente i "nuovi" articoli proposti in questa nuova "in"Costituzione a partire, per esempio, dall'art 70/71/72, dove "non" viene cancellato il Senato, ma bensì rimane attivo e ripeto "attivo" dove i futuri nuovi senatori, eletti dal partito, devono approvare le leggi proposte dalla Camera entro 10 giorni, ma le stesse leggi, anche se passate in Italia, se non vengono approvate dall'unione europea, non saranno vigenti. Per non parlare delle assurdità scritte in questa nuova schiforma (in)Costituzionale, dove con poche parole prima e l'encicopledia dopo, la Gente Comune rimane fregata come non mai. #IoVotoNo... e meglio sarebbe, non fare proprio il referendum, si risparmiano 300 milioni e la cessione della Nostra Sovranità all'unione europea. I Vostri Nonni morti in guerra si rivolteranno nella tomba sapendo che volete distruggere l'Italia per il capriccio di un parolaio e una studentessa modello avvocato delle cause perse.