Finalmente sta emergendo fra le giovani generazioni una nuova coscienza ecologista che le nostre avevano perduto nei decenni passati. E’ ormai a tutti chiaro che a questi ritmi di inquinamento e distruzione dell’ambiente , basteranno pochi decenni per rendere impossibile la vita nel nostro pianeta che già mostra gravi segni di cambiamenti climatici. L’abbandono dell’uso della plastica, del carbone fossile e del petrolio diventa fondamentale per avviare uno nuovo sviluppo economico attraverso le fonti di energia rinnovabile che ormai la scienza mette a disposizione in tutti i campi .
Cambiare i modelli di sviluppo diventa prioritario agli occhi dei giovani che scendono ogni venerdì nelle piazze per mettere al centro dell’attenzione dei governi e parlamenti di tutto il mondo il problema della difesa delle risorse ambientali come l’acqua, l’aria e il territorio. Ma come si è giunti a questo punto di quasi irreversibili cambiamenti climatici e ambientali ? Il periodo che maggiormente ha contribuito al veloce inquinamento del pianeta è quello del dopoguerra per i paesi occidentali, quindi negli anni che vanno tra il ’50 e il ’90, mentre gli ultimi decenni per quanto riguarda i paesi asiatici.
In quegli anni si sviluppò una economia ed uno sviluppo industriale basato sulla creazione del profitto e del lavoro in assenza di normative a tutela dell’ambiente e della salute, consentirono di creare grandi poli industriali che in gran parte oggi sono abbandonati, da bonificare e che hanno causato anche gravi problemi sulla salute dei lavoratori e dei cittadini, come nei casi dei petrolchimici, delle acciaierie, della produzione di amianto e dell’uso indiscriminato di diserbanti e pesticidi in agricoltura. Tutto questo fino al 1986, quando a causa della costruzione nel nostro paese di centrali nucleari, nacque una coscienza ecologista basata sul “ NO NUCLEARE “ che culminò con un referendum ne quale la stragrande maggioranza degli italiani si pronunciò per l’abbandono del nucleare. Nacquero Verdi e forze ambientaliste che riuscirono anche a far parte di governi di centrosinistra e che iniziarono a produrre una legislazione in materia di rispetto del suolo, di raccolta differenziata e di sviluppo delle energie alternative come il fotovoltaico e per il quale adesso l’Italia è ai primi posti in Europa. Negli ultimi anni si è spento questo interesse politico per l’ambiente in Italia, mentre cresceva e cresce nel nord Europa come in Germania, Austria, Olanda, Danimarca e altri paesi scandinavi e non a caso è proprio in un paese scandinavo che sia nato il movimento di Greta, la ragazza che protesta da mesi davanti al parlamento ed ha acceso la miccia delle proteste anche negli altri paesi di tutto il mondo sul tema dei cambiamenti climatici e che anche noi stiamo vivendo con la siccità nel centro nord del Paese e l’abbattimento delle foreste a causa del vento forte nelle Dolomiti. I sondaggi in vista delle elezioni europee di maggio vedono in aumento le forze ambientaliste e dei partiti ecologisti e Verdi e questo è di buon auspicio perché queste forze che mettono al primo posto la difesa della salute dei cittadini e dell’ambiente devono poter governare per prendere le decisioni per uno sviluppo sostenibile che oggi il progresso e la scienza ci permettono di poter raggiungere.
Ogni comune, provincia e regione dovrà destinare le poche risorse disponibili a tutelare e migliorare l’ambiente per garantire una vita migliore ai nostri figli e nipoti. Secondo me, non è troppo tardi per invertire la rotta nel rendere il pianeta una pattumiera ed una enorme discarica, se tutti noi facciamo la nostra parte a partire dal nostro piccolo e dal nostro privato, cercando di non inquinare e sporcare mettendo un pò più di attenzione a quello che quotidianamente facciamo.
Doriano Simeoni
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