Si sa come l’ Italia sia stata la culla del cinema ed abbia cavalcato infiniti generi, dallo spaghetti western, al poliziesco all’ italiana, detto anche “poliziottesco”, dalla commedia al filone che oggi vi voglio analizzare, e cioè il rape and revenge, un genere nato negli Stati Uniti e poi sviluppatosi anche in terra italica dagli anni ‘70. In Italia, non sono state girate numerose pellicole, si parla di sei, forse perché il tema trattato era molto forte e poteva aver urtato la sensibilità di molti benpensanti.
Ma cos’è, esattamente, il rape and revenge? E’ il caso di una o più ragazze che vengono brutalmente stuprate e, nella peggiore delle ipotesi, poi assassinate; nel primo caso, se sopravvivono, si vendicano sadicamente sui loro aggressori, nel secondo caso, saranno i loro parenti più stretti o amici a compiere la sanguinosa vendetta. Oggi, vi voglio parlare di una pellicola di Francesco Prosperi, in arte Franco Prosperi, del 1978, che vede protagonisti Florinda Bolkan e Ray Lovelock, il cui titolo è “ La settima donna “.
Aldo, Ray Lovelock l’ attore, Walter e Nino hanno appena compiuto una sanguinosa rapina e tentano la fuga, ma la loro macchina rimane in panne, così trovano rifugio in una sperduta villetta sull’ Argentario dove si trovano Suor Cristina, interpretata da Florinda Bolkan, insieme alle sue allieve che stanno preparando una recita teatrale, “ Il sogno di una notte di mezza estate “, di William Shakespeare. I tre banditi si dimostrano fin da subito sadici e violenti, uccidendo brutalmente un’ inserviente e poi assassinando il postino, nascondendolo nel ripostiglio da dove due delle ragazze progettavano la fuga per andare ad avvisare la Polizia. Una di loro riuscirà a scappare ma verrà poi ripresa ed uccisa. Suor Cristina, inizialmente in abiti civili e poi costretta ad indossare l’ abito talare, sottoposta ad umiliazioni continue, perderà la sua vocazione diventando una spietata assassina, uccidendo due dei tre banditi, uno con una iniezione letale di veleno, l’ altro a colpi di pistola. L’ ultimo, Aldo, quello che sembrava il meno sadico dei tre ed invece rivelatosi il più crudele e psicologicamente perverso, avendo ucciso durante la rapina e poi assassinato anche il postino, mentre aveva rivelato ad una delle ragazze di essere il più buono ed avendo giurato di non aver mai fatto nulla di male, tenta la fuga col malloppo, ma le ragazze, in un crescendo inesorabile di violenza, lo massacrano senza pietà, ottenendo la loro personale vendetta sotto gli occhi di una Suor Cristina rassegnata ma anche accondiscendente.
La Bolkan, nell’ insolito ruolo di Suora, e Lovelock, nel ruolo non insolito di bandito ma inusuale per il cinismo e la crudeltà che dimostra, forniscono un’ ottima prova attoriale in un genere molto particolare che può lasciare interdetti per alcune scene di violenza reale ed immaginata, ma che da un punto di vista anche psicologico consiglio di visionare anche solo per capire la varietà caratteriale dell’ essere umano.
Stefano Steve Bertini