Si chiama Abdelatif Baka, ha 22 anni e ieri ha vinto i 1.500 alle Paralimpiadi di Rio. Fin qui niente di speciale, anche se una medaglia di questo livello non può certo essere considerata ‘normalità’, ma frutto di un talento sportivo notevole e di grande lavoro. C’è di più, molto di più. L’atleta ipovedente algerino ha vinto col tempo di 3’48″29, nuovo record del mondo paralimpico, ma soprattutto tempo inferiore di quasi due secondi rispetto al 3’50″00 con cui l’americano Centrowitz vinse nella stessa distanza ai Giochi Olimpici disputati in Agosto.
Trattasi di un risultato storico, arricchito da un altro elemento: non solo Baka è andato sotto il tempo dell’oro olimpico, ma anche i tre atleti piazzatisi alle sue spalle: l’etiope Tamiru Demisse (3’48″49), medaglia d’argento; il keniota Henry Kirwa (3’49″59), bronzo e l’algerino Fouad Baka (3’49″84), fratello del vincitore, che ha chiuso quarto
Nel giorno del ‘Mennea Day’ (ogni anno il 12 Settembre viene ricordata l’impresa di Città del Messico 1979, quel 19.72 sui 200 che è stato record del mondo per quasi vent’anni ed è ancora record europeo) non poteva esserci risultato migliore per confermare quanto la forza di volontà e la tenacia, elementi che certo al buon Pietro non mancavano, nella vita siano un elemento fondamentale. Ovviamente associato al talento. E di quello, evidentemente, l’algerino Baka ne ha un bel po’
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