Nello zapping di ieri sera incappo casualmente in Vittorio Agnoletto. Ma si, la pelata, l’occhialino… è proprio lui… e sta urlando contro un non meglio precisato leghista/destrorso a una qualche trasmissione “politica” (trad: “di risse”) come quelle che vanno di moda ultimamente. Resto sconcertato: è ancora attivo e anzi… vive e lotta insieme a noi! Come ai tempi dei Social Forum, di cui fu volto televisivo-vespiano per lunghi anni. Anni (2001-2005 circa) in cui essere di sinistra era di moda, non quanto nei decenni ’60/’70, ma quasi
Era l’epoca dell’altro mondo possibile e delle bandiere della pace alle finestre un po’ di tutti, anche di quelli che ora magari votano Lega
A quel punto, sconvolto dal fatto di rivedere qualcuno di sinistra in un agone televisivo (evento sostanzialmente impossibile da quando in Italia la sinistra è “extraparlamentare”) ho deciso di mettere in fila una serie di sensazioni di questi ultimi giorni dando una risposta alla domanda che mi serpeggia dentro: ma la sinistra potrà mai tornare di moda?
A prima vista la risposta è un netto MAI. Dal 2005 ci sono state solo sconfitte, scissioni, progressiva perdita di voti e credibilità, argomentazioni sempre più invisibili, in un paese ormai inadatto a chi possiede un determinato bagaglio culturale e storico. Un paese che sempre più, in questi anni, ha pronunciato la frase “ormai la destra e la sinistra non esistono più”
Però… c’è un però. Anzi, una serie di però
– Ad esempio quel “ritorno al 2001” di cui parlavo nel mio ultimo editoriale. Un nuovo trionfo dell’orrore e del terrore, in cui alla violenza fa eco un’altra violenza, solo verbale, ma capace comunque di indignare e rivoltare lo stomaco. Se si risentono frasi, slogan e soprattutto stupidaggini guerrafondaie come nell’epoca post-Torri Gemelle/Iraq ecc (in questi giorni se ne sono sentite tantissime) si ricrea uno spazio per chi contrappone una visione diversa rispetto a quella dello scontro fra (in)civiltà
– Poi c’è la fase non certo positiva del MoVimento 5 Stelle. In Tv se ne parla meno perchè non fa più comodo (ora per fare stare in piedi Renzi è più utile pompare il contraltare Salvini piuttosto che Grillo) e poi perde colpi al suo interno, con sempre più defezioni. Parte dell’elettorato di sinistra, che si era orientato in quei lidi, potrebbe tornare all’ovile
– C’è poi la Grecia che va al voto fra pochi giorni. La Sinistra nella sua storia ha vissuto anche di modelli esteri, utili come sorta di “sogni” capaci di aggregare e ridare entusiasmo. Tale funzione potrebbe essere svolta ora da Tsipras che col suo richiamo ha già portato agli epigoni italiani un confortante 4% alle ultime europee (un mezzo miracolo per quella che era la situazione) e se dovesse trionfare alle politiche in terra ellenica andando a governare il paese da solo arriverebbe a un risultato storico, carico di significati e speranze. Se la notizia della vittoria dovesse passare in qualche media italiano (cosa non facile) i consensi potrebbero aumentare e esisterebbe una base solida, appunto un modello, sul quale costruire un rilancio vero
Tutto questo, ovviamente, va però ponderato con la situazione della televisione e dei social in cui la sinistra è (ora) totalmente out. Per tornare di moda ci vuole che qualcosa cambi anche lì
In Tv adesso la sinistra non fa comodo, ma chissà… potrebbe tornare a fare comodo. Faceva comodo Agnoletto (il volto buono del movimento) e faceva comodo la faccia stile-Rasputin di Casarini. Ve lo ricordate il “disobbediente“? Con quel capello lungo e quell’esprimersi urlato era un perfetto spauracchio per l’italiano medio da Porta a Porta, incapace di trovare le differenze fra lui e un black bloc.
Mai dire mai: i giochi politici, le convenienze del momento e il tradizionale paraculismo giornalistico e di vasti strati del mondo culturale/musicale ecc potrebbero regalarci sorprendenti “conversioni” come le tante che vedemmo nell’era “no global“. Quando arrivano i volti noti è più probabile che la moda si espanda
Sui social, poi, si fa presto a tornare di moda. Basta un lampo e il virus parte, inarrestabile. Vi ricordate il referendum del 2011, sull’acqua e il nucleare? Quando una cosa, per motivi spesso inspiegabili e talvolta fondati su nulla di serio, diventa ‘figa’ il gioco è fatto. Il gioco è più semplice se di base c’è una crescente sfiducia, disillusione, delusione, indignazione, disinteresse: la gente è più pronta a innamorarsi di tutto quello che gli passa davanti e sembra nuovo/diverso
Ovvio comunque che senza la nascita di qualcosa di completamente nuovo, totalmente distaccato dal passato (poco) glorioso, totalmente avulso ad alleanze e vecchi schemi di coalizione, più al passo coi tempi nel linguaggio e nei metodi e soprattutto incisivo e credibile nessun risultato potrà mai arrivare. Perchè dipende da tante cose… ma soprattutto dipende dalla sinistra