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SuperCinema, tutti i film in sala (9 Aprile)

NUOVE USCITE:

National Theatre Live – Medea

Straordinaria messa in scena del capolavoro di Euripide, di una potenza che raramente si ritrova sia sul palcoscenico che sullo schermo.

 

Regia di Carrie Cracknell.

Medea dopo aver aiutato con tutti i mezzi Giasone (ivi compreso l’omicidio del proprio fratello) per la conquista del Vello d’Oro ed aver concepito da lui due figli, si vede ora abbandonata. Si stanno infatti per celebrare le nozze tra l’ormai suo ex marito e la giovane figlia del re Creonte. Medea non può sopportare questo affronto e ha già deciso di vendicarsi nel modo più atroce: uccidendo i due bambini.

Drake’s Homecoming – The Lost Footage

Un documentario su Drake, uno dei rapper di maggior successo del momento.

Regia di Evan Kosiner.

Il dietro-le-quinte del tour mondiale di Drake, uno dei rapper di maggior successo del momento. Nel suo tour incontra i fan di tutto il mondo mostrando loro la massima riconoscenza per averlo reso in pochi anni una star. Intervistato da T Rexx, Drake svela la sua filosofia di vita parlando della notorietà e di come questa esperienza abbia contribuito a formare l’uomo e l’artista che è diventato oggi. Avendo collaborato con i più grandi artisti da Eminem a Rihanna, scopriamo il processo che porta a scrivere una canzone di successo così come le sfide che comporta vivere una vita sotto i riflettori.

Humandroid

Un robot costretto a scegliere tra il bene e il male.

Regia di Neill Blomkamp.

Ogni bimbo viene al mondo pieno di promesse e nessuno più di Chappie: lui è un talento, è speciale, un prodigio. Come ogni bambino, Chappie verrà influenzato dagli ambienti che lo circondano – alcuni buoni, altri meno – affidandosi al cuore ed all’anima per trovare la sua strada nel mondo e diventare un uomo. Ma c’è una cosa che rende Chappie diverso da chiunque altro: è un robot. Il primo ed unico robot in grado di pensare ed avere sentimenti. L’idea è alquanto pericolosa – ed è una sfida che metterà Chappie di fronte a potenti forze distruttive, impegnate a porre fine alla sua specie.

Il padre

In una storia senza una virgola fuori posto l’unico che non sembra a casa propria è il suo autore.

Regia di Fatih Akin.

Fin dal nome Nazaret tradisce la religione e il gruppo etnico di provenienza per i quali viene catturato, separato dalla sua famiglia, messo ai lavori forzati, poi condannato a morte e (scampato miracolosamente) vessato ogni qual volta incontri l’autorità. Nell’impero Ottomano degli anni della prima guerra mondiale, assieme a molti altri armeni, la sua famiglia è vittima di uno dei primi genocidi programmati a tavolino. L’aver scampato la morte costa a Nazaret le corde vocali ma senza curarsi del problema d’essere muto affronterà viaggi nel deserto, nelle città e infine attraverso l’oceano per ritrovare le figlie da cui è stato diviso.

Qualcosa di noi

L’incontro tra 12 ragazzi e una prostituta.

Regia di Wilma Labate.

Un gruppo di allievi di una scuola di scrittura di Bologna, e una signora di quarantasei anni che fa la prostituta da undici, Jana, si incontrano in un borgo sulle colline di Sasso Marconi, in una casa che fu teatro d’incontri d’amore a pagamento. Il corpo, azienda di Jana, e il denaro sono gli elementi da cui parte il racconto. Gli allievi sono dodici, sui trent’anni più o meno, in cerca di ispirazione, lavoro, certezze. Jana, con la sua presenza maliziosa e rassicurante, rimuove le timidezze come un cavatappi. L’incontro mette in gioco e in comune diversi nodi. Il lavoro, la sopravvivenza e le sue rinunce, il corpo, le false coscienze e i desideri profondi, i ‘beni comuni’. Ci sono dubbi e confessioni. E la sorpresa nel parlare con disinvoltura del sesso, e con cautela dei sentimenti. Forse sono questi il vero tabù. Il corpo e lo sguardo di Jana creano un cortocircuito di domande, che impiegano poco a passare da una platea di dodici ragazzi, a una molto più ampia. La sua presenza destabilizzante e calma, ci racconta una storia che forse ci riguarda.

L’amore non perdona

Un esordio che si caratterizza per una genuinità di intenti e una volontà di rompere alcuni schemi mentali che ricorda il cinema anni Settanta.

Regia di Stefano Consiglio.

Adriana è una donna di quasi sessant’anni: francese di nascita, vive da molto tempo in Italia, ha una figlia, un nipote e un lavoro da infermiera nell’ospedale della sua città. Un giorno, in corsia, conosce Mohamed, un giovane arabo di trent’anni: tra i due nasce una storia destinata a dare scandalo. Riusciranno Adriana e Mohamed, così profondamente soli prima di incontrarsi, a difendere il loro amore, a farlo sopravvivere al fuoco incrociato del mondo che li circonda?

Uno, anzi due

Al suo debutto come regista e (co)sceneggiatore, il comico Francesco Pavolini riesce in ciò in cui molti suoi colleghi hanno fatto fiasco.

Regia di Francesco Pavolini.

Maurizio, padre di famiglia ed erede di una gloriosa tradizione di baristi di quartiere, sta per buttarsi da Ponte Milvio. Quando un ambulante tenta di distoglierlo dai suoi propositi l’uomo comincia a raccontare la storia che l’ha portato a quella decisione estrema. Il padre Nando è morto lasciandogli i debiti collezionati dal bar e la scoperta di non essere proprietario di casa ma affittuario, per di più moroso. Maurizio vende il bar ai cinesi e paga i debiti, ma gli rimangono pochi spiccioli e uno sfratto esecutivo. E non avendo il coraggio di confessare a moglie e figlio il proprio tracollo economico, si inventa un sacco di bugie per nascondere panico e vergogna.

La dolce arte di esistere

Il secondo lavoro di Pietro Reggiani non regge l’ora e mezza di racconto, penalizzato dall’incedere lento, dalla voce fuori campo e da una trama che non decolla.

Regia di Pietro Reggiani.

In un mondo in cui si suppone esista l’invisibilità psicosomatica, ovvero in cui le persone con difficoltà di relazione, in certe situazioni, diventano letteralmente invisibili, seguiamo l’incontro tra Roberta (Francesca Golia,La grande bellezza, La bella addormentata), che ha bisogno di attenzione, altrimenti scompare, e Massimo (Pierpaolo Spollon, Terraferma, Leoni), che al contrario, ansioso, scompare se sente attenzione su di sé.

Ci devo pensare

Il disperato Davide e una soluzione abitativa molto originale.

Regia di Francesco Albanese.

Davide (Francesco Albanese) è un giovane napoletano, poco più che trentenne, che lavora come precario in un mobilificio ed è fidanzato con Alessia (Barbara Tabita). Quando lei lo lascia e lo sbatte fuori di casa, la sua vita cambia per sempre. Trovatosi in mezzo a una strada, Davide, insieme al gruppo dei suoi improbabili amici troverà una soluzione abitativa molto originale che gli darà anche un’idea per un nuovo business…

Oops! Ho perso l’arca…

Un film d’animazione con cui adulti e ragazzi interagiscono sui diversi ruoli e sulle diversità da conciliare per raggiungere un obiettivo.

Regia di Toby Genkel, Sean McCormack.

Dave è un Nasocchione continuamente alla ricerca di nuovi luoghi dove vivere con il figlio Finny che vorrebbe invece un po’ di stabilità. Arriva però il momento di mettersi in coda, senza certificazione, per salire sull’Arca visto che i primi segnali del diluvio si sono già avvertiti. Ecco allora che i due cercano di camuffarsi per salire insieme alle regolarmente certificate Musone Hazel con la figlia Leah. L’escamotage funziona ma ben presto i due cuccioli si ritrovano, senza esserne consapevoli, su una struttura di sostegno dell’imbarcazione … proprio mentre questa sta partendo. Non si può dire che rimangano ‘a terra’ perché l’acqua sta progressivamente invadendo tutto il pianeta.

Ameluk

Un “melodramma di paese” ricco di interpretazioni gustose, che ricrea con gusto un microcosmo in cui politica locale, relazioni famigliari e diatribe religiose si incrociano quotidianamente.

Regia di Mimmo Mancini.

Jusuf, immigrato giordano a Bitonto, lavora in un Internet point e ha sposato la bella locale, Maria, da cui ha avuto un figlio. Ma i rapporti con la consorte sono tesi e Jusuf si attira le antipatie di Mezzasoma, politico presuntuoso e razzista con un debole per Maria. Quando arriva il momento di mettere in scena la Via Crucis il parrucchiere Michele, che ha il ruolo di Gesù, è costretto ad abbandonare la scena, e il parroco Don Nicola chiama proprio Jusuf a sostituire l’infortunato. Peccato che l’uomo sia musulmano e che la comunità bitontina reagisca con orrore a questa scelta “blasfema”. Iniziano così i guai per l’immigrato, fino a quel momento ben inserito nel contesto multietnico locale che comprende anche una sorella e un cognato gestori di un ristorantino arabo e un accademico ebreo con la passione per i congiuntivi.

 

Il film consigliato della settimana:

Se Dio vuole

Regia di Edoardo Falcone.

Tommaso è uno stimato cardiochirurgo, anche se il suo rapporto con il “cuore” si limita alla sala operatoria. Una vita fa ha conosciuto sua moglie Carla, affascinante e “pasionaria”, oggi sfiorita come gli ideali in cui credeva. Tommaso e Carla hanno due figli; la più grande Bianca non ha interessi, non ha idee, non ha passioni: una simpatica mentecatta. Andrea invece è un ragazzo brillante, iscritto a Medicina, pronto a seguire le orme del padre, con suo grande orgoglio. Ultimamente Andrea però sembra cambiato: è spesso chiuso nella sua stanza e la sera esce senza dire a nessuno dove va. Il dubbio si insinua strisciante: Andrea è gay! Chiunque sarebbe entrato in crisi, ma non Tommaso. Lui detesta ogni forma di discriminazione: siamo tutti uguali. E il giorno del “coming out” arriva… Andrea raduna la sua famiglia, prende il coraggio a quattro mani e finalmente si apre: “ho incontrato una persona che ha cambiato la mia vita e quella persona si chiama Gesù. Per questo ho deciso di diventare sacerdote!” Per Tommaso, ateo convinto, un figlio prete è una mazzata terribile. Mentre finge di dargli appoggio totale decide di capirci di più e inizia a seguirlo di nascosto. Arriva così a Don Pietro, un sacerdote davvero “sui generis”…

Lucia Pareti

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Lucia Pareti
Tags cinema

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