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Sul ‘Santucce Storm Festival’ e su Almirante…

Intensa e tagliente serata è stata la presentazione del libro Almirante – Biografia di un fascista del giornalista saggista Aldo Grandi. Il contorno anche a Castglioni, come in uso su tali occasioni e per non essere da meno di Arezzo, si è presentato, con un nutrito dispiegarsi di comunicati stampa in cui mi è sembrato che l’intento principale sia stato quello di conquistare le prime file dell’attenzione mediatica evitando scavalcamenti di concorrenti ideologici o meglio politici.

Premetto che la mia formazione politica ed ideologica si è formata in una famiglia in cui da parte di madre il mio bisnonno ha fatto la marcia su Roma ed il mio nonno era volontario nelle Camicie Nere durante la guerra nei balcani, mentre da parte paterna erano tutti comunisti ed antifascisti (con uno zio esule in francia e mio padre combattente nella resistenta e organizzatore del PCI nella valdichiana senese), e questo mi ha spinto ad assistere alla presentazione di questa biografia con interesse e curiosità perchè ho sempre ritenuto il politico Almirante un protagonista della storia d’Italia del dopoguerra ed il politico che, con la sua forte caratterizzazione ideologica, ha contribuito affinche’ la controparte Partito Comunista italiano si affermasse come guida della sinistra italiana.

Ritornaldo al libro, che è tema della serata del festival delle Santucce, da un punto di vista letterario, mi è sembrato di vedere nell’opera di Aldo Grandi, più che una classica analisi storiografica in cui i fatti sono interpretati dall’autore, una originale ed accurata proposizione del personaggio Almirante, in cui la figura dell’intellettuale sovrastava quella del politico, attraverso la riproposizione di numerosi estratti di articoli da lui firmati sia durante il ventennio che nel dopoguerra ed altri atti e fatti a lui riconducibili.

Con questa metodologia di lavoro è interessante il risultato ottenuto dall’opera in cui il lettore è chiamato a crearsi il proprio giudizio sul personaggio in assenza di una mediazione dell’autore,

E’ una elaborazione metodologica che può piacere o no ma indubbiamente è un metodo di lavoro razionale che non risparmia di portare all’attenzione del lettore elementi negativi (leggi razziali, fuga da Salò, visita a Pinoche etc.) insieme a quelli positivi di una persona in cui il suo primo interesse nella vita era la ricerca intellettuale e letteraria (conosceva a memoria la divina commedia) e l’insegnamento della lingua e letteratura italiana.

Il politico Almirante, e mi riferisco a quello che conosco del dopoguerra tralasciando il giudizio sul periodo fascista che ben poco ha di positivo, per quelli della mia generazione (e della mia formazione politica) era un avversario che il rispetto dagli avversari se lo era conquistato con la sua onestà ideologica che lo portò mai a rinnegare il suo passato ma nel contempo al rispetto degli avversari come ben dimostrato nell’onore che rese alla salma di Berlinguer.

Ci sarebbe tanto ancora da aggiungere sulle tematiche poste da Grandi ma credo che quanto espresso possa bastare per stimolare l’interesse a questa lettura

Parlare degli anni di Almirante, Berlinguer, Fanfani non posso contatare come amara si chiude la serata con la trista constatazione, in tanti interventi ripresa, che erede di Almirante sia una Ducia di approssimato spessore politico ed ancor meno intellettuale, per di piu’ ben maritata, come vite a testucchio, al figlio di padre che con il patrio vessillo vantava pulirsi il deretano, e di cui tal figlio non solo alla dote sembra interessato, ma gonfio di dura e maschia arroganza, i poderi di famiglia ha preso di mira, cancellando, iniziando da Milano, gli imbelli eredi.

L’ultima riflessione che faccio è che avere paura od osteggiare un libro (qualsiasi libro) mi fa intellettualmente sorridere dato che ben altri sono le minacce, che a mio parere oggi la storia ci presenta, e tra cui il più in voga e di presa nel nostro paese e’ quello che vuole trasformare la nostra comunita’ nazionale nel primo esperimento mondiale su larga scala della applicazione politica delle teorie di Ron Hubbard annaffiate dalle preveggenze delle spsicostoria Asimoviana (in campo internazionale basta leggere le cronache e non aggiungo altro)

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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