Ristampato per la quattordicesima volta dalla “universale economica Feltrinelli“, Senilità , pubblicato nel 1898 da Italo Svevo, è certamente il più lacerante e misterioso dei tre romanzi di Ettore Schmitz. “Strano– pensò, – sembrerebbe che metà dell’umanità esista per vivere e l’altra per essere vissuta.- Ritornò subito col pensiero al proprio caso concreto – Angiolina esiste forse acciocché io viva.”
Le parole che lo scrittore triestino mette in bocca al suo autobiografico protagonista, Emilio Brentani, sintetizzano perfettamente il pensiero dell’autore riguardo l’approccio alla vita da parte dell’umanità , da sempre distinta in due fazioni che guerreggiano incessantemente l’una contro l’altra: da una parte c’è chi continuamente si affatica e si logora per ottenere ciò che più desidera e si affligge, dopo aver capito che in realtà nulla vuole e nulla realizza, accompagnando così il trascorrere della propria esistenza con dolori e rimpianti per la mancata realizzazione dei propri progetti; dall’altra c’è chi vive la vita, cercando sensazioni, piacevoli o meno che siano , in ogni attimo della loro vita affidando alle passioni il proprio destino.
La trama del libro è inizialmente lineare ed ordinata : la scena è occupata dai tentativi di Emilio di rendere finalmente sua la bella Angiolina, che lo confonde e inganna in ogni momento , ora facendogli credere di essere sua , ora passando serate con altri gentiluomini. Così la disperazione ed il malessere di Emilio cercano aiuto nelle parole dell’amico Stefano Balli, un pittore senza grande successo, che si diletta nella pittura più per sé che per i soldi, il quale, se all’inizio si impegna nell’aiutare il compagno ad ottenere una donna per natura mutevole ed inafferrabile , successivamente, non appena fa la sua conoscenza, si innamora profondamente delle sensazioni e delle passioni che suscita la donna in lui, volendola alla fine ritrarre in un quadro. In mezzo ai conflittuali umori e dubbi del Brentani, sempre incerto se lasciare o meno Angiolina, stati d’animo questi che anticiperanno il tormentato rapporto di Zeno Cosini con le sigarette ne “La Coscienza di Zeno“, compare Amalia, sorella del protagonista e come questo appartenente alla schiera di “coloro che sono vissuti”. La figura della donna, di aspetto “grigio”, sempre triste, malinconica e con guance sempre umide per le lacrime, sembra passare in secondo piano fino alla sua malattia, che stravolge completamente la trama.
Così i sensi di colpa di Emilio, che mai si era preoccupato della sorella, considerata fino ad allora poco più che una serva, causati dal suo stato sofferente ed in preda al delirio, si mescolano alla pietà e ad un profondo rispetto nei suoi confronti e mantiene la sua dignità non rivelando il fratello con Angiolina, arresosi e stanco delle sue menzogne, e con il Balli, con il quale mai aveva avuto veri e propri interessi in comune, casomai interessi, lasciando Emilio nella solitudine, unica e sua vera compagna.