Scartare di lato e cadere

Ricordi della Cortona di ieri che riaffiorano. Una lettera del vescovo Carlesi (1925) e cartoline con calciatori (1948 ca.)

Mettendo a posto i libri, saltano fuori cose interessanti che riguardano Cortona.
Il primo documento che vi propongo è una lettera del vescovo di Cortona Riccardo Carlesi (predecessore di Giuseppe Franciolini, in carica tra il 1923 e il 1932) inviata il 26 dicembre 1925 al parroco dell’Ossaia don Emilio Fischi in occasione della prima celebrazione della festività di Cristo Re. La ricorrenza era stata istituita da Pio XI con l’enciclica Quas Primas l’11 dicembre dello stesso anno. In attesa di conoscere le prescrizioni ufficiali sulla celebrazione, Carlesi invita i propri parroci a recitare la formula di consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù, ricavata – con qualche aggiornamento recente – dall’enciclica Annum sacrum di Leone XIII (25 maggio 1899). Sia la formula di Leone XIII sia l’istituzione della festività da parte di Pio XI erano collegate ad anni giubilari (1900 e 1925).

Cortona, 26 Dicembre 1925.

M. R. SIGNORE.

Riserbandomi di dare opportuna ordinanza per la nuova Festa della ”REGALITÀ DIVINA DI N. S. G. C.” appena ci saranno note dalla Bolla le prescrizioni pontificie, ordino che in tutte le Parrocchie, l’ultimo giorno di questo anno volgente ormai alla fine nella funzione di ringraziamento, prima della Benedizione sia fatta, in unione al S. Padre medesimo, la solenne Consacrazione del genere umano al SS. Cuore di Gesù, colla formula trasmessa dalla S. C. dei Riti che reca qualche modificazione a quella fino ad ora adoperata. Con opportune parole ogni parroco faccia intendere al suo popolo la necessità di riconoscere la Sovranità di G. C. sul mondo e di compiere questa Consacrazione con vero spirito. Molto bene se, ad avvalorare i Santi propositi, l’anno nuovo si inaugurerà con una bella Comunione Generale in parrocchia. Prepariamo, o cari Sacerdoti, le vie al Signore che apre il Suo Cuore, che ci fa intravedere i Suoi trionfi sui cuori e sul mondo: temiamo se non fossimo cooperatori fervidi della sua gloria.
In Cortona la solenne consacrazione si farà in Cattedrale.

Il S. P. ha mostrato desiderio che l’UNITÀ CATTOLICA di Firenze sia il quotidiano cattolico per la Toscana. Voglio sperare che i cattolici pure della nostra Diocesi, per l’interessamento dei parroci, apriranno le orecchie; ma almeno, credo, che non avrò la spiacevole sorpresa di veder sordo a questo autorevole invito alcuno dei miei Sacerdoti; tanto più che il giornale, per i Sacerdoti, potrà essere offerto a L. 45 di abbonamento, essendone necessaria la diffusione per il necessario orientamento delle menti in tanto confusionismo presente; e l’UNITÀ CATTOLICA è riconosciuta come giornale bene equilibrato; e il sapere che il S. Padre ne desidera la diffusione non potrà che essere un comando. Sia dunque il giornale dei Sacerdoti, almeno.
La benedico coi migliori auguri per Lei e per il suo popolo per il nuovo anno.
Di V. S. Molto Rev.

Aff.mo
† RICCARDO, Vescovo

Come mi ha fatto notare Romano Scaramucci, la devozione dei cortonesi per Cristo Re era piuttosto forte, se già nel 1927 iniziò la costruzione dell’omonima parrocchia a Camucia.
Nella parte inferiore della lettera, il prelato invita i sacerdoti della diocesi ad abbonarsi al quotidiano L’unità cattolica di Firenze, senza troppa fiducia che ciò possa avvenire anche tra i fedeli. L’unità cattolica era stato fondato a Torino nel 1863, ma aveva spostato le rotative a Firenze nel 1893 e durante il pontificato di Pio X era divenuto proprietà del vescovo di Firenze. Per anni alfiere del cattolicesimo più intransigente (aveva persino polemizzato con la Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti con approvazione papale!), durante la direzione di Ernesto Calligari (1917-1929) assunse posizioni più moderate e appoggiò, finché fu possibile, il Partito Popolare di don Sturzo, adottando una linea più cauta negli anni successivi. Cessò le pubblicazioni alla morte di Calligari, nel 1929. Per avere una nuova pubblicazione della chiesa toscana, bisognerà aspettare l’immediato dopoguerra, con la pubblicazione del settimanale L’osservatore toscano (ottobre 1945), dal 1983 ToscanaOggi.
Per un panorama delle posizioni assunte dal L’unità Cattolica nei 66 anni di pubblicazione, si legga Maurizio Tagliaferri, L’Unità Cattolica. Studio di una mentalità, Pontificia Università Gregoriana, Roma 1993.
L’ultima immagine è un ritratto di Carlesi eseguito dal pittore Mario Sani nel 1916, quando era vescovo di Sovana e Pitigliano; ulteriori informazioni su questo personaggio sono disponibili a questo indirizzo.

***

Il secondo “reperto” che vi propongo non ha contenuti religiosi, ma non per questo è meno interessante.

Si tratta di tre cartoline con ritratti di calciatori si trovavano all’interno di un’edizione della Divina Commedia, evidentemente appartenuta ad un ragazzo degli anni Quaranta. Sul retro di due cartoline su tre compaiono i timbri della Libreria Moderna Marcello Matracchi, situata in Via Nazionale 4 a Cortona.


Sentimenti IV (1920-2014), nome di battesimo Lucidio, era detto “quarto” perché aveva altri fratelli calciatori: Ennio, Arnaldo, Vittorio e Primo, noti rispettivamente come Sentimenti I, II, III e V. Giocò come portiere professionista tra il 1938 e il 1960. Ha legato il suo nome soprattutto alla Juventus (1942-1949), di cui fu anche vice-allenatore nel 1970-71; all’inaugurazione dello Juventus Stadium (8 settembre 2011) era l’ex juventino più anziano.
Mario Rigamonti (1922-1949) fu tra le vittime della tragedia di Superga (4 maggio 1949). Giocava a Torino dal 1945; all’esordio in nazionale, Italia-Ungheria dell’11 maggio 1947 (giocata a Torino e finita 3-2), 10 giocatori su 11 della Nazionale erano del Torino, e l’unico non granata era Sentimenti IV. Gli è stato intitolato lo stadio di Brescia.
Riccardo Carapellese (1922-1995) ha giocato a livello professionistico tra il 1939 e il 1962; le parentesi più significative sono state al Milan (1946-1949) e al Torino (1949-1952). Per una emblematica coincidenza, arrivò a Milano in quanto non all’altezza dei campioni del Grande Torino, ma dopo Superga fu chiamato proprio a sostituire Valentino Mazzola, come capitano della squadra e della Nazionale.
Sulla base di quanto abbiamo scritto, evidentemente le cartoline precedono i fatti di Superga (quindi prima del maggio ’49) e sono successive alla fine del ’46.
L’illustratore era il bolognese Giorgio Olivetti, in seguito noto per le sue locandine cinematografiche e i calendari di Frate Indovino (dal 1965).

Quanto riportato costituisce solamente qualche scheggia di un passato ormai remoto, ma che fa sempre piacere recuperare e porre all’attenzione dei cortonesi.

Alessandro Ferri

Quando non si deprime, dimostra doti da intrattenitore e intellettuale della Magna Grecia. Si consola delle abituali sconfitte ascoltando quintali di musica.

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Alessandro Ferri

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