Bertoncelli. Bér-ton-cèl-li. Ah sì, quello dell’Avvelenata. A Camucia?
Sabato 25 ottobre, tra le 18 e le 20, il noto critico musicale Riccardo Bertoncelli ha presentato la sua Storia leggendaria della musica rock al Bar Cristallo di Camucia. L’iniziativa, merito di Stefano Bianchi (Blow Up, non-so-se-avete-capito), fa parte di una serie di incontri intitolati Cocktail Book, libri al Bar, che proseguirà venerdì 14 novembre con Maurizio Blatto (che presenterà My Tunes al Martini Bar) e venerdì 12 dicembre con Michele Rossi (che presenterà la sua storia dei CCCP-CSI all’Angolo Menchetti). Avrete notato che tutti e tre gli eventi sono ospitati in locali pubblici di Camucia, il che è doppiamente significativo.
Anzitutto, perché per una volta si esce dai luoghi polverosi della cultura tradizionale, visto che la cultura è una cosa che appartiene a tutti, e ogni tanto bisogna aprire le finestre dei musei e delle biblioteche. In secondo luogo, scegliere Camucia rappresenta il primo, piccolissimo tassello di una politica culturale che riguardi (finalmente!) la prima frazione del territorio. Per anni ci hanno convinto che Cortona fosse solo cultura e Camucia e Terontola solo dormitori. Non è una cattiva idea tornare a pensare che le frazioni hanno bisogno anche di cultura e che il centro storico ha bisogno anche di abitanti e di servizi. Partiamo col piede giusto, insomma, anche se la strada è lunga.
Il mondo descritto da Bertoncelli è completamente diverso da quello di oggi. La musica si fruiva diversamente – in alta fedeltà, ha fatto notare un preparatissimo signore del pubblico, mica gli mp3 da cuffiette – e il giornalismo musicale, per quanto riguarda il rock, neanche esisteva. Bertoncelli si ritiene un vero pioniere, ricordando che alla fine degli anni Sessanta erano in pochi a credere che la musica di quei “capelloni” avrebbe avuto un futuro. Grande errore: non si capì che i Beatles, i Rolling Stones e gli altri che li seguivano, avrebbero cambiato completamente la società, al punto che oggi il rock è patrimonio condiviso, non più espressione della sola comunità giovanile ma della società nel suo complesso. Nel corso dei decenni, com’è ovvio, al rock si sono affiancati altri generi musicali, come la dance, che gli hanno lentamente tolto il posto dalle classifiche e dalle rotazioni radiofoniche. Ma non è certo venuto meno il suo ruolo rivoluzionario e liberatorio. Per dirla con Lou Reed, “se non avessi ascoltato rock and roll alla radio, non avrei mai saputo che c’era vita su questo pianeta”.
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…