Pochissima avventura, e poca originalità, nelle tracce di italiano per la Maturità 2016. Questa mattina, 2800 studenti della nostra provincia hanno affrontato il test che apre i giochi ed è uguale per le scuole di ogni ordine e grado. A leggere il pdf pubblicato dal Ministero, si vede che i quadri del MIUR non contavano troppo sull’intelligenza degli studenti: domande stereotipate, e temi che non lasciavano spazio alla creatività. È vero che il PIL non misura la felicità? Ommamma. Pensavano che qualcuno rispondesse di no? È importante la tutela del paesaggio? Non credo che qualcuno si sia arrischiato a rispondere il contrario. Ma vediamo nel dettaglio le opzioni a disposizione dei ragazzi.
Tipologia A (Analisi del testo)
A neanche quattro mesi dalla scomparsa, avvenuta il 19 febbraio scorso, Umberto Eco diventa protagonista dell’analisi del testo. Benché postuma, questa è una scelta in controtendenza, dopo il Calvino dell’anno scorso (ma Claudio Magris del 2013 batte tutti, essendo fortunatamente ancora in vita) e la generale tradizione a non proporre analisi del testo su autori recenti, come mostra la tabella. Non che abbia una qualche importanza il mero dato cronologico – spesso sono proprio gli autori più antichi ad essere quelli maggiormente illuminanti sul presente – ma appare chiaro che la scuola italiana, a prescindere dalle riforme, abbia sempre avuto il timore di aprirsi alla contemporaneità. Forse la scelta dell’autore del Nome della Rosa è sintomatica di un nuovo atteggiamento, tale da attribuire pari dignità e rispetto agli autori moderni come ai cosiddetti “classici” (e se non è “classico” Eco, voglio dire, chi può definirsi tale?).
Peccato per la scelta dell’argomento, in cui la vis polemica dello scrittore va a difendere un’idea piuttosto ovvia, ovvero l’importanza della letteratura:
Un guizzo interessante nel finale dell’intervento, in cui lo scrittore piemontese si dedica ad una questione molto sentita negli studi letterari (e non solo): la libertà nell’interpretare un classico. È vero che un classico è tale perché dà risposte a chi lo legge, anche se non vive nel luogo o nel tempo dell’autore. Quando Euripide scrisse la Medea, o Sofocle l’Antigone, non avrebbero certo pensato a noi, chianini del 2016. Eppure si tratta di tragedie che ispirano ancora oggi, che possono essere interpretate ancora oggi, spesso arrivando a letture che gli autori non avevano neanche immaginato. Questo, che è il vero miracolo della letteratura, comporta degli inevitabili rischi. Il rischio, cioè, di caricare un testo di chiavi di lettura che ne alterano le caratteristiche di fondo. Per evitare le conseguenze di una iper-interpretazione, bisogna avere rispetto dei testi:
La lettura delle opere letterarie ci obbliga a un esercizio della fedeltà e del rispetto nella libertà dell’interpretazione. C’è una pericolosa eresia critica, tipica dei nostri giorni, per cui di un’opera letteraria si può fare quello che si vuole, leggendovi quanto i nostri più incontrollabili impulsi ci suggeriscono. Non è vero. Le opere letterarie ci invitano alla libertà dell’interpretazione, perché ci propongono un discorso dai molti piani di lettura e ci pongono di fronte alle ambiguità e del linguaggio e della vita. Ma per poter procedere in questo gioco, per cui ogni generazione legge le opere letterarie in modo diverso, occorre essere mossi da un profondo rispetto verso quella che io ho altrove chiamato l’intenzione del testo.»
Tipologia B (Saggio breve)
Il saggio breve consiste in una riflessione effettuata sulla base di alcune fonti, che possono essere letterarie, artistiche o critiche. Ne esistono quattro varianti.
Saggio di ambito artistico-letterario
Quattro, le fonti che dovrebbero costituire il punto di partenza per la riflessione dello studente sul tema “il rapporto padre-figlio nelle arti e nella letteratura del Novecento”: una poesia di Umberto Saba, un quadro di Giorgio De Chirico, un passo della Lettera al padre di Franz Kafka e un estratto da Con gli occhi chiusi del senese Federigo Tozzi.
La splendida poesia di Saba è incentrata sul rapporto con il padre, conosciuto solo a vent’anni. Fino ad allora, la madre gliel’aveva descritto in termini così brutali che il poeta lo riteneva un mezzo criminale, un “assassino” (metaforico). Quando i due si incontrano, Saba riconosce che il padre era semplicemente l’opposto della madre: gaio e leggero lui, seria e realista lei. Due razze in antica tenzone: ecco il perché della dissoluzione del loro matrimonio.
Mio padre è stato per me “l’assassino”,
fino ai vent’anni che l’ho conosciuto.
Allora ho visto ch’egli era un bambino,
e che il dono ch’io ho da lui l’ho avuto.
Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,
un sorriso, in miseria, dolce e astuto.
Andò sempre pel mondo pellegrino;
più d’una donna l’ha amato e pasciuto.
Egli era gaio e leggero; mia madre
tutti sentiva della vita i pesi.
Di mano ei gli sfuggì come un pallone.
“Non somigliare – ammoniva – a tuo padre”.
Ed io più tardi in me stesso lo intesi:
eran due razze in antica tenzone.
Umberto Saba, Il canzoniere sezione Autobiografia, Einaudi, Torino 1978
Il bellissimo dipinto di De Chirico, intitolato Il figliol prodigo, risale al 1922 ed è ospitato al Museo del Novecento di Milano.
I due brani in prosa hanno contenuti simili, e alludono al difficile rapporto tra un padre violento e prevaricatore e un figlio succube.
Saggio di ambito socio-economico
Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori famigliari o l’intelligenza del nostro dibattere. Il Pil non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la devozione al nostro Paese. Misura tutto, in poche parole, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani. [18 marzo 1968]
Saggio di ambito storico-politico
«[…] il paesaggio italiano non è solo natura. Esso è stato modellato nel corso dei secoli da una forte presenza umana. È un paesaggio intriso di storia e rappresentato dagli scrittori e dai pittori italiani e stranieri e, a sua volta, si è modellato con il tempo sulle poesie, i quadri e gli affreschi. In Italia, una sensibilità diversa e complementare si è quindi immediatamente aggiunta all’ispirazione naturalista. […] l’articolo 9 della Costituzione italiana (1) è la sintesi di un processo secolare che ha due caratteristiche principali: la priorità dell’interesse pubblico sulla proprietà privata e lo stretto legame tra tutela del patrimonio culturale e la tutela del paesaggio.»
Salvatore SETTIS, Perché gli italiani sono diventati nemici dell’arte, ne “Il giornale dell’Arte”, n. 324/2012
(1) (Art. 9 Costituzione italiana) – La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Saggio di ambito tecnico-scientifico
Svolgere ricerche nello spazio, ha ricordato Sam, è fondamentale comunque in moltissimi campi, come la scienza dei materiali, perché permette di isolare determinati fenomeni che si vuole studiare, eliminando una variabile onnipresente sulla Terra: la gravità.
Simone VALESINI, Samantha Cristoforetti si racconta al ritorno dallo Spazio, Wired
Tipologia C (Tema di argomento storico)
Anna Banti (1895-1985). «Quanto al ’46 […] e a quel che di “importante” per me, ci ho visto e ci ho sentito, dove mai ravvisarlo se non in quel due giugno che, nella cabina di votazione, avevo il cuore in gola e avevo paura di sbagliarmi fra il segno della repubblica e quello della monarchia? Forse solo le donne possono capirmi e gli analfabeti.»
Patrizia GABRIELLI, “2 giugno 1946: una giornata memorabile” saggio contenuto nel quadrimestrale Storia e problemi contemporanei, N. 41, anno XIX gen/apr 2006; CUEB
Tipologia D (Tema di ordine generale)
Il tema generale è sempre il più ostico, in quanto gli studenti si trovano a doversi muovere tra le onde di un mare vastissimo, privo di porti o approdi sicuri (che poeta che sono!). In questo caso si doveva discutere il senso della parola “confine”, sulla base della storia recente: confine come muro, come ostacolo, o come opportunità e luogo di incontro? In questo senso, mi piace ricordare che l’anno scorso Cortona on the Move ha ospitato all’Ospedale una bellissima mostra di Kai Wiedenhoefer dal titolo Confrontier: in quel caso si partiva dal Muro di Berlino per parlare dei tanti muri che sono stati innalzati nel mondo con l’obiettivo di impedire il contatto tra i popoli. Il 2016, purtroppo, ha visto nascere molti nuovi muri. Ammetto che questo tema, per quanto impegnativo, aveva la traccia più interessante. Chissà se i maturandi della Valdichiana hanno ragionato come me…
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