Tra gli eventi di questa ricca stagione natalizia cortonese, la mostra del Fotoclub Etruria al pianterreno di Palazzo Ferretti si ritaglia certamente il ruolo più insolito. Le fotografie di Vito Garzi ci portano infatti lontano dalle atmosfere festive, ricordandoci che il mondo fuori dalle nostre finestre e dai nostri panorami è molto più grande di quanto immaginiamo. L’umanità di Vito, che tutti noi cortonesi facciamo fatica a dimenticare, trova in questi scatti una traduzione perfetta: non si tratta solo di belle immagini, ma anche di dichiarazioni esplicite di curiosità, apertura e accoglienza.
Come ricorda la bella introduzione collocata all’ingresso della mostra, Vito amava viaggiare, ma da viaggiatore, non da turista. Zaino in spalla, ha attraversato luoghi tanto belli quanto aspri: Nepal, India, Tanzania, ma anche Argentina, Birmania e Perù. Il suo obiettivo non si concentrava solamente su quei paesaggi, ma si spingeva volentieri sui volti, sugli sguardi e sulle fisionomie delle persone. Da raffinato osservatore, voleva catturare sulla pellicola (o sulla scheda di memoria) «l’uomo, l’altro da guardare negli occhi per scorgervi il fratello, scoprirne l’anima in quanto specchio della propria».
Questo afflato umanitario non si limitava ai reportage: in Tanzania, Vito andò nel 2008 con una missione dei padri cappuccini, aiutando concretamente un popolo ben lontano dalle condizioni in cui viviamo in Occidente. A fianco del libro degli ospiti, troverete anche una brochure informativa delle Missioni dei Cappuccini Toscani, per conoscere e contribuire fattivamente alle loro iniziative.
Guardiamo questi bambini: nei loro occhi si muovono mille emozioni, come in un caleidoscopio abilmente catturato dalla macchina fotografica. Sono occhi sinceri, che ci pongono degli interrogativi, come le grandi opere dell’ingegno sanno fare.
Mio fratello che guardi il mondo, prima di essere il titolo di questa rassegna, era stata la denominazione di un’altra mostra curata da Vito, con le foto scattate in Tanzania. Lo aveva scelto personalmente, ricavandolo da una gemma della produzione musicale di Ivano Fossati:
Mio fratello che guardi il mondo
e il mondo non somiglia a te
mio fratello che guardi il cielo
e il cielo non ti guarda.
Se c’è una strada sotto il mare
prima o poi ci troverà
se non c’è strada dentro al cuore degli altri
prima o poi si traccerà.
In tempi incattiviti come questi, vedere queste immagini e comprendere, attraverso esse, le ragioni dell’altro, è un gesto insolito. Aprirsi, non chiudersi, vedere e non nascondersi. Una lezione, un dono di cui dobbiamo essere grati a Vito Garzi.
La mostra Mio fratello che guardi il mondo, a cura del Fotoclub Etruria, è aperta tutti i giorni fino al 6 gennaio, dalle 8 alle 20, nei locali di Palazzo Ferretti (Via Nazionale 45 a Cortona).