La Corte di Cassazione, con la sentenza 3165/2015 ha confermato che l’Agenzia delle Entrate, se notifica ai proprietari una rivalutazione della rendita catastale di un immobile, deve sempre addurre una motivazione vera e ragionata.
La vicenda
L’occasione che ha portato alla sentenza riguarda il caso di un proprietario che si era rivolto all’Agenzia delle Entrate per chiedere la modifica della rendita catastale di un immobile. Solo che l’Agenzia, invece che fare una riduzione, ha iscritto un aumento della rendita. A fronte di questo errore, il proprietario in seguito ha proceduto con una stima diretta del valore. L’Agenzia, di contro, ha impugnato l’estimo, avviando un’azione giudiziaria.
Alla fine, la Cassazione ha dato ragione al proprietario, respingendo il ricorso dell’Agenzia, perché non erano stati prodotti da lei dei motivi congrui per l’operazione, né elementi che avrebbero giustificato concretamente il riclassamento. La rivalutazione della rendita catastale di un immobile, infatti, deve essere sostenuta da argomentazioni chiare, e non generiche come quelle addotte nel caso considerato, di operazioni che hanno migliorato la zona con conseguente legittimazione dell’aumento del valore.
I motivi del proprietario
– Come da avviso di accertamento, a sostegno della sua richiesta, il proprietario ha avanzato motivazioni di diverso genere, raggruppabili come segue:
– Nullità del provvedimento impugnato per difetto di motivazione assoluto.
– Nullità del provvedimento impugnato per difetto di prova.
– Violazione delle norme che regolano il classamento degli immobili in generale e, in particolare, di quelle riguardanti la revisione parziale (art. 61 del D.P.R. n. 1142/1949 e art. 1, comma 335, della legge n. 311/2004.
– Illegittimo aumento della rendita catastale di un immobile.
– Calcoli errati.
La decisione della Corte
La Corte di Cassazione, basandosi sui primi tre punti, ha dato ragione al proprietario, poiché l’Agenzia non aveva prodotto alcuna indicazione e motivazione degli elementi che avevano portato all’innalzamento della rendita catastale. Aveva, inoltre, aumentato tutti i valori degli immobili, senza distinguerne le diverse caratteristiche e senza analizzare in dettaglio il bene in questione, ma adducendo ragioni troppo generiche.
L’importanza della motivazione
Per notificare l’aumento della rendita catastale di un immobile, la motivazione è fondamentale. La sua centralità nelle decisioni di rivalutazione è stata più volte sottolineata: dall’articolo 3 della legge 7/8/1990 n. 241, dall’articolo 7 della legge 27/7/2000 n. 212 e dal decreto legislativo 26/01/2001 n. 32. Secondo queste disposizioni, si devono esporre i “presupposti di fatto” e le “ragioni giuridiche” che portano all’aumento della rendita, fornendo elementi probanti e non motivazioni generiche.
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nel caso inverso, vale a dire se il contribuente chiede all'agenzia la diminuzione della rendita catastale per intervenuto degrado dell'immobile (opificio industriale) che insiste su terreno divenuto edificabile ma come tale non ancora accatastato, può l'agenzia effettuare un diverso classamento per effetto della mutata situazione intervenuta con il cambiamento della destinazione d'uso del solo terreno?. In un tal caso ci si può opporre in sede di Ctp?.
Scusandomi per l'estremo ritardo della risposta, le comunico che in linea di massima, l'Agenzia delle Entrate declassa gli immobili con le caratteristiche da lei illustrate. Cordiali saluti.