Passa la riforma Costituzionale, con gran gioia dei riformatori Renzi – Boschi e del loro neo-alleato Verdini e indignazione dei paladini della Costituzione nata dall’antifascismo. Il rischio tutto italiano di una ‘politicizzazione’ che trasformi il prossimo referendum con cui saremo chiamati a dire Sì o No a questa riforma in una specie di plebiscito pro o contro Renzi / Boschi è altissimo e allora, fin da subito, è bene cercare di dire la propria opinione in modo onesto
Provo a farlo dal mio punto di vista, che è indirizzato su un No che non significa sostenere che la costituzione del 1948 sia perfetta, ma che il metodo usato per riformarla è nel complesso errato
Da un lato, infatti, mi sfugge il senso e l’utilità di sottrarre l’elezione al voto dei cittadini, togliendo quindi, dopo quello delle Province, un altro spazio di democrazia. I senatori (scelti fra i Consiglieri Regionali e Sindaci delle grandi città) saranno infatti nominati senza il voto popolare: i secondi in automatico in virtù del loro incarico, i primi per via ‘indiretta’ e di secondo grado, cioè col voto dei Consigli Regionali di cui fanno parte.
C’è poi da considerare il fatto che, aldilà dei 5 senatori ‘a vita’, i restanti 95 membri dell’assemblea si ritroverebbero contemporaneamente seduti in Senato, ma continuando a svolgere le loro funzioni di Sindaci e Consiglieri Regionali: il rischio è che la nomina a Palazzo Madama venga messa in secondo piano per logici motivi pratici, oppure (e ciò rischierebbe di essere ancora peggiore!) che avvenga l’inverso, cioè che si perda energia e tempo utile per svolgere al meglio i ruoli negli enti locali
Un campo su cui condivido genericamente l’intento, ma che comunque non mi convince a pieno per le modalità previste ed è carico di possibile insidie, è quello delle modifiche apportate al bicameralismo perfetto. Senato e Camera non sono più “gemelle”, ma ora hanno ruoli e poteri diversi. Se l’intento, come detto, è probabilmente condivisibile il rischio è che il Senato si ritrovi nella pratica a essere qualcosa di superfluo, lontano perfino dal ruolo (minore) di ‘camera di compensazione’ e/o da quello di ‘camera delle regioni e autonomie locali’
Io avrei fatto diversamente.
Se il problema era il bicameralismo perfetto le soluzioni potevano essere diverse, una fra esse l’abolizione del Senato, oppure una definizione dei ruoli differente.
Se invece si voleva risparmiare lo si è fatto nel modo sbagliato. Vero che i senatori non avranno indennità, ma potete immaginare il volume di rimborsi che (lecitamente) potranno richiedere per gli spostamenti e i soggiorni a Roma. Meglio sarebbe stato dimezzare il numero di onorevoli e di senatori, magari riducendo significativamente i loro stipendi. Il risultato sarebbe stato molto maggiore… e con meno rinunce e rischi per la nostra democrazia
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molto meglio era eliminare le Regioni con queste si che si risparmiavano veramente Tanti soldi da destinare per il risanamento del debito pubblico.Proprio con l'instaurazione delle Regioni sono iniziati i problemi del Paese e soprattutto un forte innalzamento del debito Pubblico.
Condivido sopratutto l' ultima parte bastava dimezzare tutti i parlamentari e i loro stipendi. Per quanto riguarda la legge elettorale invece penso con convinzione che l' unico sistema realmente DEMOCRATICO sia il sistema proporzionale puro dove tutti sono rappresentati in base hai voti presi e il loro peso e' proprzionale in base alla rappresentanza espressa dal voto. Non si venga a raccontare che e' un sistema che porta all' ingovernabilta' perche' la DC ha governato 60 anni con quel sistema. O si e' democratici o non lo si e'. SalutiMazzoli Giuseppe PCL
Se l'obbiettivo,come penso che sia,è quello di costruire una Repubblica Presidenziale e il tutto verrà gestito da una persona sola le Regioni faranno la fine delle Provincie. L'obbiettivo è quello di togliere la forma democratica di rappresentanza dei cittadini e nominare solo servi al capo. Pertanto sono contrario a questa riforma e farò la mia battaglia contro questa riforma. Con le riforme che sono state fatte per prime quelle sul lavoro si stà andando verso un sistema autoritario e pericoloso dove non vi sarà nessuna forma democratica, la profezia di Gelli arriva al suo compimento.
Riforma annacquata e distorta da troppi comoromessi che si sono resi necessari per poterla compiere.
Il senato andava abolito e basta, compreso il dimezzamento ancge dei deputati e dei loro compensi.