NUOVE USCITE
Let’s Go
Il ritratto di un essere umano allo sbando in un’opera di documentazione su questa Italia contemporanea.
Regia di Antonietta De Lillo. Con Luca Musella, Elizabeth Cristina Almeida, Vincenzo Arvanno, Brahim Ati Baha.
Luca Musella è stato un fotografo di un certo successo, più o meno ai tempi della Milano da bere: le sue istantanee hanno illustrato le copertine de L’Espresso, di Sette, anche di alcune riviste straniere.
Ha messo su famiglia, ha investito in un paio di attività a metà fra l’intellettuale e il commerciale, e poi è arrivata la crisi, che si è portata via il lavoro, il negozio, la famiglia, la casa. Oggi Luca vaga per le strade di Milano campando di lavoretti occasionali e frequentando i “sottoproletari” come (è diventato) lui.
Rigoletto a Mantova
Rigoletto a Mantova per la regia di Marco Bellocchio.
Regia di Marco Bellocchio. Con Placido Domingo, Julia Novikova, Vittorio Grigolo, Ruggero Raimondi, Nino Surguladze.
Rigoletto a Mantova, prodotto da Andrea Andermann per la regia di Marco Bellocchio, fa rivivere tutte le emozioni del melodramma di Giuseppe Verdi proprio a Mantova, nei luoghi descritti nel libretto dell’opera. Placido Domingo per la prima volta veste i panni di Rigoletto, il superstizioso buffone di corte che piange l’amara morte dell’adorata figlia, Gilda, interpretata dal soprano Julia Novikova. Il giovane Vittorio Grigólo è il Duca di Mantova.
Mad Max: Fury Road
George Miller alla regia di un attesissimo reboot.
Regia di George Miller (II). Con Tom Hardy, Charlize Theron, Rosie Huntington-Whiteley, Zoë Kravitz, Nicholas Hoult.
Ambientato in un apocalittico deserto in cui gli uomini lottano tra di loro per sopravvivere all’abisso, il quarto film di George Miller racconta la storia di due personaggi in fuga che hanno il potere e il sogno di liberare il mondo. Il personaggio maschile, Max, interpretato da Tom Hardy, è un uomo che ha perso la sua famiglia; il personaggio femminile, Furiosa, interpretata da Charlize Theron, è una donna d’azione che vuole tornare al suo paese d’origine.
Calvario
Una buona interpretazione di Brendan Gleeson in un film dal contesto così programmaticamente perverso da risultare affettato e costruito a tavolino
Regia di John Michael McDonagh. Con Brendan Gleeson,Chris O’Dowd, Kelly Reilly, Aidan Gillen, Dylan Moran.
Padre James è una sorta di Giobbe contemporaneo, costretto ad ascoltare i peccati di una comunità irlandese che pare una galleria di mostri: un uomo traumatizzato dalle continue violenze di un prete nei suoi confronti, un ricco aristocratico che odia tutto e tutti, un assassino psicopatico violentatore seriale, una moglie fedifraga con la passione per il felching, un barista acido, un ispettore di polizia dotato di amante promiscuo, un medico sadico e persino la stessa figlia del parroco (concepita quando padre James era ancora un uomo sposato) con tendenze suicide. Lo stesso prelato è un ex alcolizzato che, dopo la morte della moglie, si è smarrito, per poi ritrovarsi grazie alla Fede.
Nomi e cognomi
Se la regia e i dialoghi mancano del guizzo autoriale, la costruzione narrativa mostra coraggio e un’autentica passione per gli uomini che tengono la schiena dritta.
Regia di Sebastiano Rizzo. Con Enrico Lo Verso, Maria Grazia Cucinotta, Marco Rossetti, Ninni Bruschetta, Dino Abbrescia.
Domenico Riva è uno stimato giornalista che da Milano rientra, con la sua famiglia, nella sua terra d’origine: un piccolo paese del Sud Italia. Direttore della più importante testata giornalistica del luogo, attiva un progressivo risveglio della coscienza civile del paese, che negli anni ha tacitamente accettato un pericoloso status quo: loschi traffici travestiti di legalità. Tutto si gioca attorno ai fatti di una discarica abusiva oggetto di mire illecite; Riva e i suoi, faranno il loro lavoro: raccontare i fatti. Perché la verità non ha a che fare con l’essere eroi ma con il seguire i principi e il metodo cui la propria professione fa capo; una scelta che è quasi una necessità. In un susseguirsi di successi e insuccessi, vittorie e sconfitte, Riva porterà avanti il suo impegno, fino anche a sacrificare la famiglia che tanto ama.
One More Day
Un’intensa storia d’amore nata tra le quinte di un corso di teatro.
Regia di Andrea Preti. Con Andrea Preti, Stefania Rocca,Andrea Renzi, Maurizio Donadoni, Mariella Valentini.
Emanuele e’ un ragazzo brillante ma introverso che vive con la madre Bianca, affranta dalla morte del marito per un tragico incidente. Coinvolto da alcuni colleghi di universita’ inizia a frequentare un corso di teatro dove incontra Giulia, affascinante psicologa amica di Germano, acting coach del corso. Complici le lezioni di teatro e le parole di Germano, Emanuele e Giulia finiscono per abbandonarsi a un amore delicato e coinvolgente grazie al quale entrambi riusciranno a condividere e affrontare momenti cruciali delle proprie esistenze. Giulia affrontera’ la sfida piu’ grande a cui la vita l’ha sottoposta, una grave malattia, ed Emanuele il senso di colpa per la morte del padre grazie, anche, al ritrovato dialogo con la madre. Sul finale, quando tutti i tasselli sembrano ricomporsi accade pero’ qualcosa di inaspettato che svela cio’ da cui tutto ha avuto inizio.
Animali nella Grande Guerra
Uomini e animali durante la Prima Guerra Mondiale.
Regia di Folco Quilici. Genere Documentario.
Nella Prima Guerra Mondiale, accanto agli uomini ha combattuto un esercito di animali. Muli, buoi, cani, cavalli, maiali, piccioni vennero utilizzati per lo spostamento di reparti e materiali, per le comunicazioni e per il sostentamento delle truppe. La forzata coabitazione con gli uomini avvicinò gli uni agli altri in un possibile destino di morte e sofferenza: ufficiali e militari di truppa avevano così la possibilità di dare e ricevere affetto, ma anche quella di occuparsi di esseri più deboli e del tutto dipendenti da loro. Nel corso della Grande Guerra gli animali non soltanto “combatterono” a stretto contatto con il soldato, ma contribuirono fattivamente all’alimentazione di svariate decine di milioni di militari.
FILM CONSIGLIATO.
Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Un caleidoscopio di immagini potenti ed evocative, nonché una riflessione profondissima sulla natura dell’amore.
Regia di Matteo Garrone. Con Salma Hayek, John C. Reilly,Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher.
Nel film trovano spazio tre racconti estratti dal libro di Basile: La Regina, la pulce e Le due vecchie. Tutto si dipana all’interno di un contesto fantastico in cui trovano spazio draghi marini, negromanti e pulci che diventano grandi come dei cani.
Salma Hayek è la Regina di Longtrellis. Una donna frustrata che non riesce a dare un erede al suo Re (John C. Reilly). L’arrivo di un negromante (Franco Pistoni) gli svelerà che cibandosi di un cuore di drago marino, cucinato da una vergine, rimarrà subito incinta. Allo stesso tempo, il Re di Highills trova una pulce che verrà ammaestrata e curata da lui stesso. Alla morte della pulce, il Re deciderà di indire un torneo per trovare il marito di sua figlia Viola (Bebe Cave): chi riuscirà ad indovinare di che animale è la pelle, avrà sua figlia.
Infine, nel regno di Strongcliff, il Re dissoluto e libertino interpretato da Vincent Cassel, si innamora della splendida voce di una donna che si vergogna di farsi vedere dal suo Re in quanto vecchia, ma allo stesso tempo non vuole perdere l’occasione che le è capita.
Pur essendo ambientate nella stessa terra, le tre storie non si intrecciano tra loro, ma raccontano attraverso le vicende dei vari personaggi coinvolti la trasformazione del corpo, utilizzando tre protagoniste femminili con età differenti.
La forza di Garrone – ma degli stessi racconti di Basile – sta proprio nel riuscire a raccontare un qualcosa di fantastico, ma allo stesso tempo incredibilmente reale per via degli argomenti trattati. La voglia di un figlio, l’ardente desiderio della gioventù e la felicità di una giovane donna.
Tre tematiche forti che il regista di Gomorra riesce a portare sul grande schermo con estrema lucidità, lasciando alle immagini il piacere di raccontare gli stati d’animo dei personaggi coinvolti. Ad aiutarlo ci sono due elementi imprescindibili: location e attori. Girato in bellissimi luoghi dell’entroterra italiano, Garrone ha scelto la via della naturalezza, andando a cercare paesaggi iconici, dal tratto fiabesco ed in cui il green screen serviva semplicemente per arricchire il contesto in cui erano inserito. A questo si aggiunge un cast internazionale di primissimo livello (il film è stato girato in lingua inglese) in grado di donare quello spessore e quella sensazione di internazionalità che si percepisce pienamente durante la visione.
Quello che ci troviamo davanti è quindi un fantasy che prendere le distanze dai canoni del genere, arricchendo il contesto di elementi che mescolano le fiabe, ma anche delle tinte horror. La mano di Garrone si sente tutta, soprattutto nella gestione di alcuni passaggi più cupi che ci hanno ricordato uno dei suoi primi lavori, l’Imbalsamatore.
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