Massimo Dapporto e Tullio Solenghi portano in scena “Quei due”, una commedia inglese scritta da Charles Dyer nel 1966 che, per la prima volta affronta, la delicata questione omosessuale in una società bigotta e spietata, come quella inglese, dell’epoca, che prevedeva la castrazione chimica e la reclusione per gli omosessuali.
“Staircase” “Il sottoscala” è il titolo originale dell’opera ed è, infatti in un sottoscala che si trova il locale di barbiere dove si svolge l’intera scena teatrale e dove si muovono i due protagonisti.
Harry, barbiere di professione, gay conclamato e convinto, angosciato dalla paura di invecchiare, ha deciso di coprire la sua calvizie con un turbante che Charlie non sopporta. Charlie, suo compagno ormai da trent’anni, attore da “dopolavoro” con un passato etero, un matrimonio fallito alle spalle, una figlia di vent’anni che sta per tornare nella sua vita e l’angoscia di vedere scoperta la sua identità gay e di finire in galera.
Grigia la scena, grigia la vita di anonimato che sono costretti a vivere Harry, Charlie e tutti i gay, nella Londra anni sessanta. Nel tetro salone da barbiere spiccano solo le luci degli specchi che richiamano quelle dei camerini degli attori e le poltrone rosse dove si accomodano i clienti e che girano vorticosamente, durante lo spettacolo, a volte per rabbia, a volte per sorridere. Su una sedia, un giradischi suona Night and Day, di Cole Porter, la canzone preferita di Harry, che Charlie canticchia ogni volta che deve far pace con il suo compagno e che i due ballano insieme nel finale.
Una commedia non facile, sia nell’interpretazione, che nella visione. Due attori, soli, in scena per quasi due ore a rappresentare uno squarcio di vita di coppia, che travalica la problematica omosessuale, e nella quale potrà riconoscersi qualsiasi coppia, con i litigi quotidiani, le piccole incomprensioni, i tradimenti, e…l’ironia, quell’ironia che, come dice Harry a Charlie, a un certo punto del secondo atto, “in un pizzico, hai regalato anche a me” e che aiuta i due barbieri inglesi, e noi tutti a vivere con più leggerezza, la vita con le sue complessità.
Prima volta insieme, per la coppia Dapporto-Solenghi, che piace al pubblico e rivela un affiatamento vincente. I due attori italiani si passano la battuta con i tempi giusti, senza sbavature nè incertezze. La riduzione teatrale, curata da Massimo Dapporto, e la regia di Roberto Valerio, hanno sicuramente contribuito ad alleggerire la commedia, più pesante nella versione originale, che non aveva riscontrato grosso successo di pubblico nelle versioni cinematografiche, con Richard Burton e Rex Harrison e in quelle teatrali. Il sorriso, accompagna l’intero spettacolo, anche se a volte è amaro.
Più leggero il primo tempo, più riflessivo il secondo.
I due attori raccolgono applausi a scena aperta, al Signorelli e Solenghi finalmente senza “turbante” e parrucca, dichiara, ufficialmente, “ottimo” il pubblico cortonese che li ha applauditi ben oltre la fine della musica. Peccato mancassero i giovani studenti, anche questa volta, a far sentire il loro entusiasmo dal Loggione del teatro Signorelli ancora tristemente vuoto, per questioni di sicurezza.
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Bellissima commedia, attori eccellenti che non hanno bisogno certo di presentazione. Ho visto la pièce tre volte a Milano nel mese di aprile 2016, al teatro Manzoni: mi sono divertita ed emozionata moltissimo. Complimenti agli attori e a tutto lo staff di "Quei due".