“Sereno é di Drupi é la canzone preferita di mia mamma“. Me lo disse un ragazzo polacco, avrà avuto 25 anni, qualche mese fa.
Sarebbe bene non sottovalutare, né denigrare come purtroppo è tipico degli italiani medi, l’enorme portata commerciale dell’Eurovisione e della trasmissione su scala internazionale del Festival di Sanremo.
È stata una base fondamentale per la diffusione della musica italiana nel mondo, in particolare nel Sud America e nei paesi del Patto di Varsavia.
Le nostre melodie oltrepassavano muri e oceani e gli artisti che transitavano a Sanremo aprivano la strada anche agli altri, quelli meno commerciali.
Non è solo roba di Ricchi e Poveri, Toto Cutugno, Al Bano, Riccardo Fogli o Pupo che grazie alla popolarità acquisita all’estero fra i ’70 e gli ’80 si sono garantiti un ricco vitalizio: è stata tutta la musica italiana e l’Italia stessa nel suo complesso a beneficiarne.
Quella fra la metà dei ’70 e la metà degli ’80 fu una stagione magica, con la musica tricolore che, proprio sulla spinta di Sanremo, era costantemente al top delle charts europee e sudamericane, con qualche (piccola, ma indimenticata) comparsata nelle classifiche americane e britanniche.
Ci sono edizioni di Sanremo che in Italia si ricordano come quelle con meno seguito, quelle della diretta TV solo della finale, sepolte dalle polemiche e/o dal disinteresse, con la Rai che staccava il collegamento prima della proclamazione del vincitore per mandare il TG della notte.
Ebbene proprio queste edizioni godono invece di un vero culto all’estero e anche gli artisti minori e ormai quasi totalmente dimenticati nel nostro paese da qualche parte del mondo restano vivi nei ricordi almeno di chi è fra i 50 e i 60 anni (e, inevitabilmente, nei loro figli).
Anche lo stesso Eurovision Song Contest (o EuroFestival, per dirla all’italiana) in quegli anni non ci dette la soddisfazione di una vittoria, ma contribuì alla diffusione della nostra musica e talvolta l’Italia si distinse per qualità, come ad esempio nel 1984 con la “strana coppia” Alice – Battiato.
Proprio nel bel mezzo di questo periodo magico e un po’ folle, mentre i Matia Bazar facevano il panico al festival cileno di Vina del Mar (guardate che roba…)
…il buon Drupi, sosia di Prodi e di Ian Gillan dei Deep Purple, ex idraulico col faccione da playboy del pavese, che forse avrebbe potuto sforzarsi a mettere uno “special” per rendere meno monotono la comunque ottima Sereno é, suonò in Polonia, all’Intervision di Sopot, nel 1978 come super-ospite.
Il Festival di Sopot (prestigiosa località marina sul Baltico) era il Sanremo polacco, in quegli anni promosso a sede dell’Intervision, ossia la versione “Patto di Varsavia” dell’EuroFestival.
Drupi fece un figurone indossando una furba camicia rossa, con le coriste altrettanto furbamente in tinta Biało-Czerwoni.
La leggenda, che poi leggenda non é, narra che fu anche capace di battere per numero di spettatori Elton John a Varsavia e fu uno dei due “act” ad avere l’onore di suonare a Praga nella Piazza della città vecchia.
Gli altri furono… i Rolling Stones.
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