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Quando Drupi batté Elton John… e pareggiò con gli Stones

Sereno é di Drupi é la canzone preferita di mia mamma“. Me lo disse un ragazzo polacco, avrà avuto 25 anni, qualche mese fa.

Sarebbe bene non sottovalutare, né denigrare come purtroppo è tipico degli italiani medi, l’enorme portata commerciale dell’Eurovisione e della trasmissione su scala internazionale del Festival di Sanremo.

È stata una base fondamentale per la diffusione della musica italiana nel mondo, in particolare nel Sud America e nei paesi del Patto di Varsavia.

Le nostre melodie oltrepassavano muri e oceani e gli artisti che transitavano a Sanremo aprivano la strada anche agli altri, quelli meno commerciali.

La PFM alla BBC, 1976

Non è solo roba di Ricchi e Poveri, Toto Cutugno, Al Bano, Riccardo Fogli o Pupo che grazie alla popolarità acquisita all’estero fra i ’70 e gli ’80 si sono garantiti un ricco vitalizio: è stata tutta la musica italiana e l’Italia stessa nel suo complesso a beneficiarne.

Alice alla TV della Germania Ovest, 1982

Quella fra la metà dei ’70 e la metà degli ’80 fu una stagione magica, con la musica tricolore che, proprio sulla spinta di Sanremo, era costantemente al top delle charts europee e sudamericane, con qualche (piccola, ma indimenticata) comparsata nelle classifiche americane e britanniche.

I Matia Bazar alla TV (forse) olandese, 1986

Ci sono edizioni di Sanremo che in Italia si ricordano come quelle con meno seguito, quelle della diretta TV solo della finale, sepolte dalle polemiche e/o dal disinteresse, con la Rai che staccava il collegamento prima della proclamazione del vincitore per mandare il TG della notte.

Un tipico articolo polemico su Sanremo, 1979

Ebbene proprio queste edizioni godono invece di un vero culto all’estero e anche gli artisti minori e ormai quasi totalmente dimenticati nel nostro paese da qualche parte del mondo restano vivi nei ricordi almeno di chi è fra i 50 e i 60 anni (e, inevitabilmente, nei loro figli).

Anche lo stesso Eurovision Song Contest (o EuroFestival, per dirla all’italiana) in quegli anni non ci dette la soddisfazione di una vittoria, ma contribuì alla diffusione della nostra musica e talvolta l’Italia si distinse per qualità, come ad esempio nel 1984 con la “strana coppia” Alice – Battiato.

Proprio nel bel mezzo di questo periodo magico e un po’ folle, mentre i Matia Bazar facevano il panico al festival cileno di Vina del Mar (guardate che roba…)

…il buon Drupi, sosia di Prodi e di Ian Gillan dei Deep Purple, ex idraulico col faccione da playboy del pavese, che forse avrebbe potuto sforzarsi a mettere uno “special” per rendere meno monotono la comunque ottima Sereno é, suonò in Polonia, all’Intervision di Sopot, nel 1978 come super-ospite.

Il Festival di Sopot (prestigiosa località marina sul Baltico) era il Sanremo polacco, in quegli anni promosso a sede dell’Intervision, ossia la versione “Patto di Varsavia” dell’EuroFestival.

Drupi fece un figurone indossando una furba camicia rossa, con le coriste altrettanto furbamente in tinta Biało-Czerwoni.

La leggenda, che poi leggenda non é, narra che fu anche capace di battere per numero di spettatori Elton John a Varsavia e fu uno dei due “act” ad avere l’onore di suonare a Praga nella Piazza della città vecchia.

Gli altri furono… i Rolling Stones.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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