“Per molte persone, giocare il gioco di non vedere che giocano ad un gioco è la cosa migliore, così definiscono Onestà la propria cecità” – R. Laing
Accade frequentemente che le coppie che richiedono un aiuto psicologico riportino il tema del tradimento come evento critico, in grado di minare le basi della relazione. A mio parere ci sono almeno quattro tipologie di tradimento dell’intimità della coppia in cui un terzo può sconvolgere gli equilibri precedenti: la relazione extra-coniugale, la nascita di un figlio, l’interferenza delle famiglie di origine o l’impegno lavorativo e l’ambizione personale.
In tali situazioni, soprattutto nel caso dell’amante, che rimane una delle ferite più grosse dell’intimità della coppia, i componenti attribuiscono al terapeuta che consultano il ruolo di giudice, che ha il dovere attraverso la sua competenza di sancire i ruoli di vittima e carnefice.
Le coppie che arrivano in terapia con questa aspettativa non riescono a beneficiare di essa, poiché la terapia non avrà uno scopo evolutivo e il partner che si sentirà addosso il continuo “puntare il dito contro” non collaborerà a lungo in quanto nessuno dei membri condividerà un contratto di lavoro autentico per la coppia.
Il terapeuta dovrà lavorare con la coppia attraverso l’evento “tradimento” per costruire una trama circolare tra i membri, per inserirlo nel contesto più ampio della relazione, senza mistificare il dolore che esso ha provocato.
Spesso il tradimento assume un ruolo trasformativo importante per una relazione di coppia, poiché spesso tutto ciò che evoca la possibilità di separazione mette in moto dinamiche nuove, che impongono la rinegoziazione dei ruoli nella coppia, nel caso in cui la coppia senta di possedere ancora delle risorse per potersi rinnovare e per fungere nuovamente da contesto affettivo in cui il Sé possa trovare la sua realizzazione.
Parlo di realizzazione del Sé all’interno della coppia proprio per mettere in evidenza quanto spesso i tradimenti più dolorosi non sono solo quelli che provengono dall’altro, ma sono quelli contro se stessi: all’interno delle coppie può succedere di dimenticare la propria individualità, i propri bisogni, i propri desideri, abituarsi a fare rinunce all’auto-realizzazione e negarle per così tanto tempo che esse possono diventare inconsapevoli.
In questo caso “essere ciò che non si è” costruisce una gabbia per la coppia da cui può essere complicato uscire.