Il sintomo nella coppia: problema o soluzione?

Il sintomo psicologico, così come quello fisico, pone la persona nella situazione di sperimentare il sentirsi bisognosa di cure, di affetto e protezione. Per questo motivo una delle prime funzioni di un sintomo psicologico all’interno della relazione è quella di rappresentare e difendere un LEGAME. Allo stesso tempo proporre un sintomo nella relazione struttura una certa RIGIDITA’ DI RUOLO: in poche parole, là dove c’è un “malato”, è necessario che ci sia un “sano” che si occupi di lui.

Il sintomo nella coppia ha anche una terza funzione, quella della COMPLICITA’: la coppia spesso attraverso il sintomo di uno dei suoi membri si protegge e nasconde al mondo la propria insoddisfazione maturando atteggiamenti di protezione verso l’individuo portatore di disagio.

Il sintomo rappresenta quindi una strategia complessa all’interno di una relazione significativa, poichè può rispondere ad esigenze difficilmente esplicitabili direttamente: può essere infatti un modo per legare senza la responsabilità del voler legare, oppure al contrario può rappresentare un modo per definire una distanza emotiva senza la responsabilità dell’abbandonare.

Il sintomo nella coppia, che può andare da un sintomo dell’area sessuale, ad un sintomo psicologico di uno dei membri o all’emergere di una relazione extra-coniugale (ecc…), rappresenta una modalità di abbassare lo stress di una scelta di cambiamento relazionale che non si è in grado di operare direttamente.

Lo scopo della psicoterapia di coppia è rendere inutile la funzione del sintomo, ovvero poter sciogliere l’ambiguità protettiva del problema esplicito per far luce sulla possibilità di ricreare nuovi equilibri, nei quali sia maggiormente possibile poter operare scelte ed esplicitare bisogni e desideri senza nascondersi dietro la sofferenza e il sacrificio del sintomo, che funziona sempre attraverso il paradosso “Vorrei cambiare senza cambiare nulla”.