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Una poesia e tutti i mali via

Qualche giorno fa si è celebrata la giornata mondiale della poesia. Ero un nerd quindicenne quando scrivevo poesie in un quaderno rosso a righe grandi. Ne ho scritte un bel po’ e la più allegra recitava roba del tipo “la mosca è morta”. Ci ripensavo mentre leggevo i dettami di tale Giovanni Porta, psicologo che consiglia la poesia come terapia.

Teorie. In effetti non ce la vedo mia nonna a scrivere in rima per rimediare ai dolori di un arrosto venuto male. Né vedo me che da nerd riesco a sopperire all’autostima scrivendo parole sversate. Nella mia libreria ho una piccola antologia di poeti italiani, comprata anni fa per fare colpo su sgallettate con frasi a effetto. Ora la aprirò a caso cinque volte. Vediamo che versi terapeutici saltano fuori in questa giornata dove nemmeno il caffè fumante ha un gran senso.

* Perduta forse/premuta forse/non so da quanti cespugli d’amore. da Porta verniciata di fresco By Luciano Folgore. Terapia. Folgore era stato già beccato tre volte al parco dietro a un cespuglio. Con questa poesia peggiorò ancora di più
* Io risi tanto che fermammo il passo/e ridendo pensai questo pensiero/Oimè la Gloria, un corridoio basso. da La signorina Felicita By Guido Gozzano. Terapia. Sposato con una donna che dire antipatica è poco, Gozzano cerca di evadere con la mente su campi di grano che crescono dentro di lui aspettando Pupo
* Forse gli automi hanno ragione/come appaiono dai corridoi, murati. da Addi, fischi nel buio.. By Eugenio Montale. Terapia. Dopo il derby Milan-Inter del 1918 lo sfogo di un tifoso poeta insoddisfatto del risultato
* La stanza dove lavorava/tutta di porto odorava. da La stanza By Giorgio Caproni. Terapia. Superare il trauma olfattivo di quella donna di Camogli di cui si era innamorato follemente in un giorno di raffreddore
* Resta dunque con me, qui ti piace/e ascoltami come sai. da Niccolò By Vittorio Sereni. Terapia. Un professore sessantenne di latino per combattere la pulsione sessuale nei confronti della studentessa dalle calzette rosse

Io non sono un poeta nè lo sarò mai e credo che nel nostro secolo sia anche da sfigatelli dirsi poeti. Credo anche che la poesia come forma terapeutica sia una delle peggiori trovate. Giovanni Porta deve rassegnarsi: oggi per raccattare è meglio comprare una macchinetta foto e fingersi un Newton mancato per colpa della nebbia di provincia. Colonna sonora: Il faut du temps au temps By Makali

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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