“Anto’, fa caldo”. In questi giorni me lo dico in continuazione e mi immagino proprio come lei, l’attrice della pubblicità. All’inizio mi sento perverso e maniacale, poi leggendo quello che sta succedendo nelle spiagge italiane mi sento davvero morone, capello lungo sulla schiena, curve sinuose come la serpentina di Monticchiello. Insomma, una gnoccona fatale.
Mentre c’è chi dice che ha il cuore che gronda sangue, chi piange perchè dovrà pagare più tasse sul panfiletto di famiglia, chi si lamenta perchè non sa più come amministrare case di proprietà ecc ecc… il popolo, quello che fatica ad arrivare a fine mese, quello che dovrà ripagare le 100 bottiglie di Champagne rubate dai russi a Briatore, quello che paga le rate della Fiat Multipla il 22 di tutti i mesi per 80 mesi, quello che per mettere la benzina low cost si apposta fuori dal benzinaio aspettando il ribasso come un vero broker, ecco, quel popolo in spiaggia sta facendo il picnic con la ribollita e la parmigiana di melanzane facendo finta di niente. Non si accorge nemmeno del poveretto che muore d’infarto e resta sotto a un telo aspettando le pompe funebri con i carabinieri che stanno attenti che la pallina dei racchettoni dei ragazzi dell’ombrellone accanto non gli finisca sopra. Nel frattempo la povera famiglia a largo di Ponza naufraga due volte, prima col proprio barcone, poi con quello del soccorso e la domanda è “ma saremo davvero lupi di mare?”. La passeggiata on the beach il popolo l’ha ridotta da 3 chilometri a 1 per paura di pagare anche l’Isi (Imposta sabbie italiane). Che estate strana. Prima della sua fine sono sicuro che qualcuno si arrampicherà sul faraglione grande di Capri e con un tuffo carpiato andrà in collisione col delfino curioso del quale nessuno ha tracce da mesi. Colonna sonora: Dip your wings By Peter Cetera