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Taron e la capsula del tempo

“Annuntio vobis magnum gaudium habemus nuptias”. Essere adulti significa anche sentirselo dire sempre più spesso e alcune volte si tratta persino di seconde nozze. Stavo pensando al mio imbarazzo nel dover annunciare agli altri del mio sposalizio. Qualcosa del tipo “allora, mi sposo”. Immagino dall’altra parte un “ehhhhh????”.

E anche un “noooooo” delle groupies. Il titolo del post su piovecolsole potrebbe essere qualcosa del tipo “O Roma o Orte”, o anche “Antani”.

Tutto ciò per dire che all’ennesimo annuncio di matrimonio recepito, con annessa buona parte della serata finita a parlare di mete esotiche dove compiere la prima (ma non ultima, memento) luna di miele della vita, è uscita lei: la capsula del tempo. Per uno che per anni ha curato l’insonnia con farmaci previa prescrizione medica, la prima cosa che viene da pensare è che finalmente ci hanno risparmiato l’amaro dello xanax in gocce. Eh no, non ricordavo che il tema erano i matrimoni (degli altri ovvio). La capsula del tempo: “si, ogni ospite scrive un pensiero, lo chiudiamo nella capsula del tempo e la riapriamo dopo quindici anni”. Durano così tanto oggi i matrimoni? Secondo l’Istat no, sette, ma insomma. Cinque cose che una coppia saprà, suo malgrado, quindici anni dopo.

* La spogliarellista dell’addio al celibato ero io. Anna, la migliore amica di lei
* Tuo marito quella volta non era con me in vacanza. Giulio, il migliore amico di lui
* Speriamo che abbiate almeno due figli, almeno abbiamo la scusa per non venire a cena da voi il sabato sera. I testimoni della sposa
* Quel neo inguinale di tua moglie è davvero eccitante. Marco, un imbucato
* Siamo contenti che vi siate trovati: finalmente, dopo 38 anni, nostro figlio se ne va di casa. I genitori dello sposo

Quando i futuri sposi leggeranno la mia frase da capsula sarà esattamente il 2029. Io avrò 49 anni (forse senza ancora manco un capello bianco in testa). Apriranno il biglietto sfilandolo dal ditalino barilla come nelle migliori pesche di beneficenza e leggeranno “Io ve l’avevo detto”. Colonna sonora: The miracle By Queen

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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Alessandro Maurilli

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