Risveglio mattutino con il grande Cecco in testa. Mancano quindici giorni al mio 32 esimo compleanno. Capelli bianchi all’appello ancora zero. Cecco era sui quaranta quando a due passi dalla Chiana ha scritto quel sonetto che è diventato l’emblema della goliardia. Oggi più o meno avrei scritto le stesse cose, seppure con un linguaggio diverso e, ribadisco, senza un capello bianco in testa.
Se io fossi fuoco, sarei tutto il giorno dentro a un camino/se io fossi vento, alzerei in giro parrucchini e riporti/se io fossi acqua, riempirei ogni giorno le colmate di Brolio/se io fossi Dio, sarei da un’altra parte/se io fossi Papa, più preservativi per tutti/perchè nel ventunesimo secolo il sesso ha da esse libero/se io fossi presidente del consiglio, farei parecchi più festini di quello che c’era prima/e laqualunque sarebbe il mio vice/se io fossi morte, andrei a trovare un po’ di delinquenti a piede libero/se io fossi vita, rallegrerei chi riflette troppo/e organizzerei gite a gardaland tutti i giorni/se io fossi Alessandro, come sono davvero, farei come Cecco/torrei le donne giovani e leggiadre: le zoppe e vecchie lasserei altrui
Colonna sonora: The shadow of your smile By Tony Bennet