… le renne non avrebbero le corna. Pare che uno dei traumi più grandi per un bambino sia scoprire da un momento all’altro che il vecchietto con la barba non è reale. Mi ricordo che per me non fu traumatico, cambiava solo la modalità di ricevere i regali. E’ stato traumatico invece scoprire da grande che alla fine i miti greci non erano che l’esasperazione di gente normale.
Adorandoli fin da piccolo è stato difficilissimo sapere che in realtà Edipo era il testimonial della macchinetta per fare i pediluvi e che i piedi gonfi li aveva per la troppa ritenzione idrica. Che dire poi di Giasone che dopo aver compiuto gesta incredibili con i suoi argonauti per conquistare quel pellicciotto di bisonte, una volta tornato non è manco libero di innamorarsi della povera Glauce, vittima di un omicidio sentimentale per mano di quella disgraziata di Medea, castrauomini maledetta. Pare proprio di rivedere la storia di Avetrana. Per non parlare di Achille, l’uomo più potente del mondo che però appena gli fai un pochino di solletichino nel tallone cade come una pera cotta e lo puoi anche far sodomizzare da Ercole. E Dafne? Tutte quelle pagine da tradurre per poi arrivare alla sostanza: era una belloccia che se la tirava talmente tanto che manco ad Apollo la voleva dare. Ne ho conosciute parecchie di Dafne, ne è pieno il mondo. Inutile dire che Bear Grylls (ormai il più citato in piovecolsole) si ispira senza ritegno a Eracle, così come Alfonso Signorini ha imparato tutto il suo mestiere da quella chiacchierona di Eco. Quando all’epoca Narciso si è dichiarato eterosessuale è crollato un mito, stesso effetto che ha provocato nelle ragazzine urlanti l’outing di Tiziano Ferro. E le sorelle Williams, le mandinghe del tennis? Non sono forse la trasposizione di Castore e Polluce? Vedi, ogni mito ha il suo tempo, peccato che oggi tutto il romanticismo e l’avventura della mitologia non ci siano più. E come per Mida, ancora oggi i potenti possono trasformare le cose che toccano, con la piccola differenza che si colorano di marrone. Colonna sonora: License to kill By Bob Dylan
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