Credo di aver già detto svariate volte del fascino che provo per la camporella (termine che è entrato a pieno titolo nei migliori vocabolari). Sarà perché in campagna ci sono nato e non conosco luogo più selvaggio e naturale.

Non ho mai scritto un vademecum sul tema, ma credo che condividendo qualche consiglio potrei salvare qualcuno da arresti per atti osceni o roba del genere. Cinque dritte per eseguire una camporella dignitosa (ricordando che per arrivare alla perfezione serve molta esperienza).

 

  • Luogo. Attenzione a non avvicinarsi a case abitate, né isolarsi troppo, soprattutto se si è in zona Scandicci
  • Colonna sonora. Credo sia finita l’era di “quelli che Papetti”. Meglio optare per musica non impegnativa, evitando tuttavia Tiziano Ferro
  • Atmosfera. In estate gli oliveti della Valdorcia parlano da soli. In inverno è più difficile: provate con un arbre magique al mango per scaldare l’atmosfera
  • Warning. Presi dalla foga attenzione a non fare battute del tipo “hai sentito? veniva da quella parte”. Potrebbe essere davvero il fantasma del Pacciani
  • Post. Evitate, ve lo dico da amante della natura e da attento differenziatore di spazzatura, spargimento di resti non biodegradabili

 

La prima auto che ho avuto a 18 anni aveva il ribaltabile a manovella. Quella che ho oggi è tutta automatica, finito il fascino. Il tempo passa, i problemi restano. Colonna sonora: Growing up beside you By Paolo Nutini

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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