Io a tre anni. Un signore con canotta rossa e cappello con tesa (rossa anche questa). Un gesto: lui che si sfila il cappello, la testa rimane calva e da un lato un metro e mezzo di capelli cade come la fronda dell’albero una volta segata. E’ così che ho conosciuto il primo riporto, molto tempo prima di sapere che avrei fatto il reporter (e che reporter) di lavoro.

Mi dispiace che su wikipedia non ci sia una degna definizione per riporto, un vero e proprio stratagemma esistenziale. Però da un sondaggio di “capellichefare?” (sito di riferimento di Mengacci) pare che il 67% delle donne alla domanda “cosa odi nei capelli di un uomo” abbia risposto proprio il riporto. In effetti… immagino la scena più intima, nel momento dell’alto godimento lei che prende per i capelli lui e scivola all’indietro perdendo l’equilibrio, con lui che la segue come il paracadutista trascinato giù dalla forza di gravità. Non capisco perchè il riporto non sia accettato dalla società. Secondo me c’è un tocco di genio in chi lo applica. Tutto nasce dal tipo di calvizie. C’è il riporto da stempiatura: parte da dietro con una pettinata al contrario stile risacca ondosa. Il riporto da “scucchia” è quello più frequente: in questo caso la pettinata assassina parte da destra o da sinistra, a seconda delle tendenze politiche. Riporto da calvizie avanzata: è il più difficile da mettere in pratica. Si decide di far allungare un lato dei capelli ancora rimasti e poi, in base alla dimensione della testa, parte la pettinata. Come un bastoncino che si riempie di zucchero filato ecco che gira uno, gira due, gira tre, la testa si ricopre e il danno è fatto. Ci sono anche i riporti da basetta, ma sono i più difficili da realizzare e ancora in questa specialità il guinness deve essere realizzato. Il riporto si riconosce da ogni distanza, da ogni punto di vista. Ricorda in genere un nido di pettirosso dopo che sono nati e volati gli uccellini. In caso di guasto nessun problema: le ditte specializzate in saldature (di riporto) non mancano, basta cercare. Colonna sonora: Capelli By Niccolò Fabi

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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