Dopo più di una settimana di assenza da casa ho deciso che ieri sera mi sarei dovuto ripagare un quarto di abbonamento a sky. Come Sue Ellen versione casereccia, giravo per casa con una tuta da massaio. Non ho osato passare davanti agli specchi per autodifesa. Finalmente arriva il momento del clic sul telecomando.
Su circa 50 canali di intrattenimento e cinema non ho trovato nulla. La risposta te la danno i palinsestisti di Sky: “signore, ma è martedì”. Senza altri commenti ho lasciato su “Il club di Jane Austen”, un filmetto dai toni bassi che vorrebbe dedicarsi alla scrittrice inglese che in infanzia, e tutt’ora, ho odiato. Il film lo sconsiglio vivamente, meglio una corsa notturna sotto la pioggia col raffreddore. Eppure mi ha fatto rivenire in mente i personaggi sfigatelli della Austen. Questi i cinque in cui mi sono a tratti rivisto mentre leggevo in pubertà.
* Fitzwilliam Darcy (Orgoglio e pregiudizio). Il classico stereotipo da Cenerentola. Lui ricco e bello, lei, Elizabeth, bella, ma sfigata. Per avere un amplesso lui farà di tutto, si vestirà pure da contadino. Quando poi ha ceduto al fascino di una quarta naturale mi è caduto il mito e ho chiuso il libro
* John Willoughby (Ragione e sentimento). Anche lui un bel figaccione, ricco ma tranquillo. Io ho sempre avuto un dubbio: sarà stato b-sex? Comunque è colui che poteva far trasformare il titolo dell’opera in “Sedotta e abbandonata”
* Marianne Dashwood (Ragione e sentimento). E’ il sentimento del romanzo, infatti come tutti gli innamorati irredenti è dipinta con la testa tra le nuvole e le sue parole sembrano anticipare i testi di Tiziano Ferro. Come finirà per lei è scontato fin dalla prima pagina. Nel suo caso vale “chi è causa dei suoi mali pianga se stesso” (fa così?)
* Mrs Norris (Mansfield Park). La zia rompighiaccio e non solo. L’acidona che è arrivata vergine alla veneranda età e ora pretende di proiettare le proprie angosce nella nipote. Non le presterà mai tuttavia i suoi giocattoli da camera
* Mr Woodhouse (Emma). E’ il personaggio in cui mi sono sempre rivisto: ipocondriaco, ma al contempo sicuro di sè. Belloccio e allo stesso tempo timido. Alla fine l’unico che vivrà tranquillo nella penna della Austen
Non dimenticatevi poi tutti i racconti delle Juvenilia. Tutte storie d’amore, quasi tutte finite male tra corna, matrimoni sfumati per interesse o suicidi. La Austen in guepiere non ce la vedo proprio. Caffè fumante, prego. Colonna sonora: Blister in the sun By Violent femmes
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