Negli anni ’80, quelli della panna ovunque e comunque, si è consumata la rivoluzione del “famolo strano”. Per esempio in montagna andava di moda la moto da neve, lo sci invece si portava al mare per fare un po’ di scene trascinati da un riva (o dal pedalò del bagno Gabbiano se andavi a Marina di Grosseto). In piscina lo stile libero era fuori moda, dovevi fare il salto dalla piattaforma (5 o 10 metri, a seconda della fauna spettatrice).
Così come in montagna d’estate il trekking oggi tanto chic, allora era per pisserini, la parola d’ordine era jumping, cosa e come non importa. Al ristorante solo roba etnica, il sushi era il pesce rosso al salto di Jerry Calà in Rimini Rimini. Concerti musicali solo se con cantanti eclettici, alla Raf o Spagna english style. Il cinema veniva sostituito dal bowling ed è cominciata l’era delle micosi.
La Doxa ha detto che ora viviamo un’inversione di tendenza, al punto che il momento di maggior relax gli italiani lo trovano sotto la doccia, o nella vasca con le paperelle, cantando o sole mio, alla domenica mattina. Rilassa anche preparare da mangiare, cose nostrane, nella cucina di casa. Per non parlare del caro vecchio divano davanti a domenica in, o al gran premio (la regola qui dice che nessuno può superare il terzo giro senza chiudere occhio). Il 46% degli italiani ora, invece di andare a fare le arrampicate, preferisce stirare le camicie. Se negli anni ’80 hanno fatto la differenza oggetti come il marsupio, l’occhiale a specchio, o il registratore “co’ e scuffie e i nastri de Claudio Villa”, oggi si torna al libro, al quotidiano o alla rivista e al limite un ipad per conciliare la pancia in bagno al sabato. Ora ci starebbero bene frasi fatte tipo la storia è ciclica, i tempi si ripetono e anche a caval donato un si guarda in bocca. Eppure ho solo un pensiero fisso: trovare i ricambi per lo swiffer. Colonna sonora: Mixed Bizness By Beck