Nella settimana delle cene degli auguri sono riuscito persino a mangiare il bisonte, accompagnato da fenomenali ricciarelli. Da piccino odiavo tutti i dolci dei pacchi di Natale, il panforte in testa. Ora li adoro, solo nelle feste però, e quelli fatti dal mio mito d’infanzia in particolare, Corsino Corsini che mi ha pure fatto un super regalo di Natale.
Credo sia il contrappasso senese, l’ultimo baluardo per una città fortificata e per me ormai tabù. Ascoltando Raining in my heart By The Cranberries mi sono venute in mente cinque cose senza le quali non sarebbe Natale, almeno per me.
* La macchinetta dei numerini del pesce dell’Esselunga di Arezzo che a metà mattinata del 24 cede mandando in tilt la pescheria e le tette rifatte delle massaie fighette
* I Wham che resuscitano una volta all’anno insieme a Belinda Carlisle
* Il concerto di Natale dalla Sala Nervi che in realtà è lo stesso da dieci anni ritrasmesso a reti unificate. Il maestro d’orchestra è deceduto tre anni fa, nessuno lo sa
* Il ceppo di Natale bruciato la sera della vigilia insieme alla carta dei regali, il camino che prende fuoco e ogni anno i pompieri che dicono la stessa cosa: “le carte non si bruciano, si buttano nella campana bianca”
* Gli auguri seriali di quelli che si rifanno vivi solo a Natale (anche le ex, ovvio). Per tutti loro un consiglio: almeno la frase alternatela di anno in anno
Se il Natale fosse un ricciarello la neve sarebbe zucchero a velo, le mandorle in via d’estinzione come i koala e il diabete l’aids del millennio. Colonna sonora: Baffo Natale By Elio e le Storie Tese Feat. Lorenzo Cherubini