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Piccante come un peperoncino

Ora so che se qualcuno mi dice “che tipo di capsicum preferisci” non pensa che sia gaio, ma si riferisce al peperoncino. Capsicum annuum, così si chiamano scientificamente quelli commestibili. Se volete fare colpo al ristorante potrete usare questo termine, tenendo di conto che ce ne sono poi tante varietà diverse al mondo, divise in grado di piccantezza.

Dopo quattro giorni di peperoncinizziamoci sono peperoncinizzato anche io. Ecco allora i vari tipi di peperoncino, così potremo davvero dire “e tu? chi capsicum sei?”:

* Abbreviatum: è il peperoncino dei giapponesi, quelli che “short, but hard as a stone”
* Acuminatum: punge, non solo con il piccante. Quelli di chi ha il veleno nella lingua e non lo risparmia di certo davanti a te. Da evitare
* Fasciculatum: è il frutto preferito dalle segretarie con gli occhiali che si fanno sposare dagli avvocati, non prima di aver riposto i faldoni nello scaffale più alto della libreria
* Cerasiferum: sono quelli tondi. Tipici di chi fuori sembra dolce, ma dentro è acido come uno struccante per le unghie
* Bicolor: è il peperoncino dei multietnici che hanno come motto “siamo tutti figli della stessa madre, madre terra” (‘na soccola sta madre terra per partorire tutti sti miliardi di figlioli)
* Christmas candle: rappresenta tutti gli amanti del Natale, quelli che cominciano a mangiare l’8 dicembre e finiscono per la Befana

Io non mi riconosco in nessuno di questi personaggi peperoncinati. Inventerò quindi una mia cultivar e la chiamerò l‘egocentricum. La potrà mangiare solo chi dico io. Colonna sonora: Il peperoncino By I Cugini di Campagna

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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