Mi è stato detto che sto diventando serio. Sia mai. Faceto, sempre. Su Facebook alcuni pisserini stanno cascando ai messaggi “questa è la settimana del libro”. Non è la settimana del libro, in realtà, ma vedere gente che si smazza per trovare il libro più vicino e aprirlo a pagina 52 per scrivere a caso una frase mi fa sorridere. Quasi tutte le donne avevano “50 sfumature di grigio” così ho scoperto che pag. 52 deve essere l’unica in cui non si raccontano scene hard.
In realtà in questo periodo sto rispolverando libri che ho letto e che in qualche modo mi hanno segnato. Le Tigri di Mompracem già l’ho citato. Oggi voglio parlare di un libro che nel 2006 mi ha cambiato la visione dell’amore. Attenti, non è uno scherzo. Il libro si intitola “Ho voglia di te”, l’autore è Federico Moccia. E’ il seguito di Tre metri sopra il cielo. Anche di questo c’hanno fatto il film con Scamarcio in testa e Tiziano Ferro che canta. Come in tutti i grandi libri che si rispettino c’è una dedica: “A Gin. Il tuo sorriso mi ha raccontato questa storia”. Per ricambiare dedico anche io questo breve post: “A Federico Moccia: i tuoi cappellini sono stati meglio di un kg di brioschi”. Non voglio raccontare la storia, sarebbe banale, ma solo citare alcune delle frasi che facendomi riflettere mi hanno permesso di arrivare a 32 anni senza un capello bianco, perchè tutto fa brodo.
“Non ero nascosto, ero lì dietro, bastava guardare e mi vedevi subito”. Il tedesco al partigiano.
“E calcola che a me hanno fatto pure un grosso sconto”. Ieri il commesso di Prada a me scuoiato per un paio di jeans.
“Io vengo con la mia macchina”. Agli amici quello che spera nella camporella del dopo festa.
“C’è qualcuno?”. Il vucumpra’ che nel 1996 osò aprire il cancelletto dei miei nonni. Rispose York, pastore tedesco discendente di “Wolf” (il cane di Hitler nda)
“Non ho una lira”. Io nel 1988 al dolciaio di Marina di Grosseto dopo aver chiesto 1 kg di addormentasocere
“Con una persona che non conosci a volte ti trovi meglio, ti racconti meglio”. Ricucci al finanziere in borghese facendo colazione con la torta ricotta e cioccolata dalle sorelle Alocci a Porto Santo Stefano
“Non c’è niente di peggio di chi si aspetta qualcosa e non trova niente”. Io quando ero bambino e sognavo il cavallo e al mattino trovavo solo un caffellatte con i tarallucci stantii
“E’ il dolore di sapere che quell’alta marea non mi abbandonerà mai”. Il capitano Shackelton prima di mangiare i suoi cani
Ci sarebbe da andare avanti ore e ore. Oggi questo libro sa di polvere e di sicuro lo rileggerò perchè la profondità di Moccia la ritrovo nei gesti semplici di tutti i giorni, come quello che sto per fare e che potete solo immaginare. Colonna sonora: Rosso relativo By Tiziano Ferro