Conoscendo bene e adorando Parigi non posso che dire grazie allo Zio Woody per questo primo regalo di Natale. La prima cosa a cui ho pensato subito dopo il film è stata Roma negli stessi anni. Sì, è vero, cominciava il Ventennio e i colori militari erano più forti di quelli dei quadri. E’ vero, a Roma la Belle Epoque non si era fatta sentire molto.
E’ vero, gli italiani sono più grigi di natura. Tuttavia, forte dell’entusiasmo post cinematografico e forse anche del vino di Lino, durante la notte mi sono ritrovato seduto nella scalinata della Galleria Nazionale. Leggera pioggerella mentre arriva una Fiat 509 con l’autista che mi chiede di salire. In un attimo mi sono ritrovato all’Antico Caffè Greco. Entrando sono stato avvolto da una coltre di fumo di Cohiba e Montecristo: un forte odore che si mescolava ai profumi borotalcati delle accompagnatrici di alcuni personaggi del tempo. Ad un tavolo ho intravisto Giorgio e Carlo che mentre disegnavano qualche linea strana si intrattenevano con argomenti pallosi tipo la misura del tempo. Al piano Mariuccio, con il suo bel ciuffo laccato degno dei tempi, intonava noterelle spassose mentre Césare (rigorosamente con le “e” aperta) esaltava i coattucci presenti con qualche verso ispirato da un vinello di seconda scelta. Mi sono scocciato di questa atmosfera e ho chiesto all’autista di portarmi all’Aragno. Un ambiente un po’ più disteso, meno artefatto. Mentre Italo si accendeva l’ennesima sigaretta Giò spiegava ad Amedeo come plasmare la società attraverso la materia. Beppe chiedeva alla cameriera una fisiologica e nel frattempo Gabrielino spiegava il senso della pioggia alle due smandrappate dal boa rosso. Devo essermi stufato anche di questo, perchè a un certo punto mi sono ritrovato alla Babington’s per finire la notte con un tè verde. Sono stato servito e riverito per poi destarmi all’improvviso al pensiero che circa 70 anni dopo quel salottino multiculturale sarebbe stato affiancato da un MacDonald’s. Paris c’est Paris e se una cosa “è chip, è chip”. Colonna sonora: Come pioveva By Armando Gill