Quando arrivi a dire “andiamo a fare cambusa” e la risposta dall’altra parte è “cheee??? ah, la spesa, e dillo in italiano no?!”, vuol dire che forse ti sei calato fin troppo nella parte fino a perdere per l’ennesima volta il controllo del tuo primo personaggio, quello più vicino alla realtà. Diventa una sottolingua da applicare a quella originale, che se sconfini porto devi pure cambiare terminologia ancora una volta e l’alfabeto morse a confronto è un giochino da giovani marmotte.
Il glossario marinaresco è come il “Rocci” (per chi non ha fatto il classico, il famigerato dizionario di greco). Se osi parlare con certi termini appresi al corso nautico rischi davvero tanto. Per esempio se al tuo ospite sventurato osi dire “abbisciare” c’è il rischio che quello pensi sia l’effetto del cocomero mangiato poco prima. Come quando dici “abbordiamola” e quello ti risponde “ma è un cesso”. Se hai un “agghiaccio” troppo sciolto, non rischi di rovinare l’americano (il cocktail). Anche dire alla ospite in bikini stesa al sole “vai in battura” potrebbe risultare poco carino. No Gianni, la bitta non è la femmina del bitto (il formaggio dop) e il buttafuori non è quello de Le Mirage del Monte. Dritto di poppa lo capisce solo la bikinata di prima, che però porta una seconda scarsa. La gassa d’amante non è la ragazza che hai per amante tradotto in veneto e la gru del capone non è il mio naso. Se dico che dobbiamo fare una serie di troub non cominciate ad allenarvi per il campionato di rutti. “Stai attento al tarozzo”, non vuol dire prestare attenzione a quell’essere che è un incrocio tra un tamarro e un rozzo. L’unica cosa che forse si potrebbe dire nello stesso modo è “uomo in mare”, ma a questo punto quell’uomo si è già affogato per la disperazione. “Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono” (Il Vecchio e il mare By Ernest Hemingway) Colonna sonora: Finchè la barca va By Orietta Berti