N come Neuro-….

Ho scoperto una nuova parola con prefisso “neuro”. Il suffisso è marketing e se le metti insieme fa “neuromarketing”. Il primo a insegnarcelo è stato l’Altissimo Re dei Cieli, non l’ho detto io, ma il prof. Scienza (un nome, un programma). Tradotto in italiano NM vuol dire che la nostra mente reagisce a qualcosa di buono che ci colpisce.

Cioè continuerò a bere vino tutta la vita, ormai sono inghiottito dal neuromarketing, io che pensavo che Neuro fosse il nome del reparto dove tra poco sarò ricoverato con un bagaglio a mano contenente qualche bottiglia di catarratto (solo per gli appassionati del genere) per uccidere il tempo in allegria abbindolando le infermiere sgonnellate. Io che pensavo che neuro fosse l’inizio della parola neurone, termine composto anche a roma “n’eurone”, come ti dice il barista dopo che hai ordinato il caffè. In tutto ciò esistono gli elefanti nani, quelli che hanno due occhi, la proboscide più piccola e un cratere al centro che potrebbe essere un occhio gigante, ma in realtà non è niente. Allora, esistono degli animali che sembrano un incrocio tra un rinoceronte, un cane e un elefante appunto. Intraducibili anche nella mente per quanto sono brutti. Eppure sono anche loro frutto dell’evoluzione del neuromarketing (anche se non ne comprendo il motivo). Gli elefanti nani adorano mangiare erbe, vanno ghiotti per l’uva. Esistono dei vitigni che hanno nomi strani, sono quelli preferiti da queste bestiole. Esiste il “cela cela”, quello che usa il “precoce” per dimostrare quanto si può essere rapidi anche a maturare. Il tutto nell’ottica di una “re-cognizione”, che non è il primo giro dei gp, ma quando una sensazione (cognizione) ci riporta a qualcosa (re). Ho perso il filo, ma sono sicuro che grazie al neuromarketing oggi riuscirò ad assaporare questo caffè preso nella cucina di casa mia dopo una settimana di assenza. Colonna sonora: Stand and deliver By Adam and The Ants