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Mi inviti a cena?

Dal momento che non ci sono più le mezze stagioni, dal momento che la parità dei sessi pare essere raggiunta, dal momento che ora vogliono farci credere che Rocco sia diventato una pornostar per l’infanzia difficile e dal momento che ho 35 anni senza ancora un capello bianco in testa, credo sia l’ora di poter crogiolarmi nel poter dire “mi inviti a cena?”.

Ho già parlato del primo appuntamento, di quello che Morelli vuole che si faccia, di quello che gli uomini non vogliono sentirsi dire e di altro. Cinque cose che mi spaventano nel mistero del primo appuntamento.

 

  • Abbigliamento. Fino a quando non si toglie il soprabito è dura e lo farà solo al ristorante nel punto di non ritorno. Livello di paura (ldp): 7
  • Garbo. Sarà una di quelle che parlano a voce alta per farsi sentire al tavolo del ristorante accanto al vostro? ldp: 7,5
  • Letteratura. Ha letto la trilogia intera e anche di più. Sarà il signore degli anelli? O forse Twilight? O forse, forse, loro, le sfumature? ldp: 8
  • Futuro. Al terzo bicchiere di vino esordisce così: “io voglio una famiglia, ecchecca..o”. ldp: 9
  • Intimità. Roberto, il vostro amico, sa che ha un tatuaggio proprio dove avete visto voi, prima di salutarla a casa sua, dopo cena. Come avrà fatto? ldp: 10

 

Oltre ad aver cenato con la morte materializzata, hai anche dovuto strisciare la tua carta, perché in fondo sei sempre tu l’uomo. E allora, appunto, perché ti dovrei ancora invitare a cena? Colonna sonora: Cieli neri By Bluvertigo

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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