Il tormentoso sogno di questa notte era ambientato nel campo “Pietrangeli” del Foro Italico. Spalti gremiti da una serie di ex compagni di classe, colleghi di lavoro, ex fidanzate, ex groupies, groupies. C’erano anche i miei genitori e tutti i parenti (e solo loro, per quanti sono, potrebbero riempire uno stadio). In campo io, naturalmente, con il completino bianco e rosso del circolo dove gioco.
E’ bruttino alquanto, ma quelli sono i colori. Dall’altra parte del campo il tennista over 40 di Latina che mi ha frustato qualche mese fa. Stavolta ho 3 match point. Se non hai mai giocato a tennis non puoi capire l’attimo che passa dal match point a vincere, o perdere. E’ un momento in cui il fiato resta sospeso e tutto può succedere. Cinque momenti nella mia vita in cui ho vissuto i sintomi di un match point.
- Prima casa. La prima volta che ho richiesto a nome mio, solo a nome mio, un cospicuo mutuo prima casa. Diritto vincente: “la banca ha concesso il mutuo”
- Era nerd. Lei che accetta il mio invito a cena. I genitori sono fuori per il we. Al cinema passano Titanic. Punto suo: “mi dispiace, siamo solo amici”
- Cibo. Le groupies che ti implorano di insegnare loro a cucinare quello splendido risotto. Rovescio passante a segno: “ti invito a cena appena ho un attimo di tempo”
- Età. Nell’atelier ganzo la giovane assistente in sartoria “l’abito per il signore è pronto”. Il signore, sarei io senza manco un capello bianco. Volée che si spegne in rete
- Lavoro. “Saluto Alessandro che ci ha raggiunti”. L’autorevole personaggio in pubblico. Smash di potenza
Insomma, nel sogno di stanotte mi sono mangiato tre match point. Si va ai vantaggi, ace mio. Pubblico in sospeso, mia mamma con la lacrima pronta, le groupies con la penna già pronta per l’autografo. Alzo la palla leggermente a destra, colpisco preciso per lo slice esterno e… suona la sveglia. Colonna sonora: Gli spietati By Baustelle