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L’inutile che fa la differenza

“Perché ne hai così tante?”. E’ una domanda inutile, quella fatta da una groupie davanti all’anta del mio armadio, quella che una volta aperta apre al mondo di tessuti, colori, misure diverse delle mie cravatte. Ho perso il conto, l’ultima volta erano 112, ma era più di un anno fa.

Ho risposto con la formula magica di Lord Whimsy, aggiungendo un “cara” che voleva anche dire “via di qui”: “La cravatta esprime, intenzionalmente o meno, la personalità (o la mancanza di personalità) di chi la porta e, sì, anche la scelta del nodo dice molto di cosa frulla nella testa di chi ci sta sopra“. Cinque tipi di uomini che odiano la cravatta.

* Rivoluzionario iraniano. Dice che la cravatta è un simbolo fallico di chi il fallo non ce l’ha, in riferimento ai crociati sconfitti
* Il pied’ u’ puzz’. Simbolo di conformismo e servilismo nei confronti del potere, lo stesso che ogni mese gli passa il sussidio statale
* L’invidioso. Pensa che la cravatta sia un simbolo massonico, per via del richiamo al cappio
* Il nerd. Non serve a niente, neanche a masturbarsi, quindi perchè metterla
* Il manager Ikea. DIVIETO DI PORTARE LA CRAVATTA. Il motivo non è spiegato, forse perchè è una cosa che non si monta

Inutile dire che adoro la cravatta, proprio per la sua inutilità di essere portata. Ho il mio nodo preferito, il mezzo Windsor: sono felicemente amante del classico e pur essendo lui il mio idolo, James Bond, non ne condivido il suo pensiero su chi porta questo nodo “segno di eccesso e vanità, spesso il marchio di una canaglia“. Colonna sonora: A modo mio By Negrita

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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