Non mi ha stupito per niente la notizia che Shakespeare pippava e fumava erba. Così come non mi stupì la notizia del chianino che aveva piantato erba nell’orto del nonno spacciandola per rucola. Questi scienziati sudafricani hanno finalmente smascherato il grande letterato inglese. Ci voleva il team di esperti per capire che il buon William fosse sotto effetto di stupefacenti mentre scriveva quelle cose?
Passi la contorta storia d’amore che lo ha reso famoso. Sì insomma, Romeo e Giulietta sarebbero due pippette al giorno d’oggi dove scambi di coppia, omicidi di gruppo, suicidi, matricidi, fratricidi e Xcidi non fanno nemmeno più notizia. Insomma caro Shakespeare, ora si è capito che avevi dato di marocchino quando ti è uscita “può ben dire la sua un leone, quando a dir la loro ci sono tanti asini in giro”, frase che deve aver usato spesso anche Silviuccio nostro. Eri solo ubriaco quando hai scritto che “il vino è un’assai gioviale creatura, se è ben usata”, però non sai che te l’hanno usata quando è scattata la legge sull’alcol. Era coca di sicuro quando hai detto che “così ogni giorno soffro di fame e sazietà, di tutto ghiotto e di ogni cosa privo“. Sembra la foto del mio gatto prima e dopo aver mangiato lo sheba. Hashish avevi fumato, e anche buono mi sa, quando ti è uscito che “la frivola vanità, cormorano insaziabile, non esita a pascersi di se stessa”. Un cormorano che si mangia la zampa? E poi non sapevi di esserti fregato, quando hai detto che “l’amore è un fumo fatto dal vapore dei sorrisi”. Eri sotto l’effetto di pioppo delle chiane, ammettilo. Colonna sonora: Sere nere By Tiziano Ferro