Il verbo sapere è quello che si ricorda perché sulla terza persona presente non va l’accento. E’ anche uno dei più facili da scrivere, forse non da coniugare, ma sicuramente è uno di quei pochi con cui si può fare il complemento oggetto interno.
Ecco che arriva il “so di sapere”, che è una cosa a effetto tipo “vivo la vita”, complemento oggetto interno molto usato da Baglioni e Masini nei loro anni d’oro. Se vivi nell’era dei social il “so di sapere” è molto condizionato da quello che sanno gli altri. Lo stesso concetto di glocalizzazione si estende quindi anche all’arte di farsi i cazzi propri, sapendo di non sapere nella maggior parte dei casi. Cinque cose che io non so, ma che gli altri sanno di me.
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