Il verbo sapere è quello che si ricorda perché sulla terza persona presente non va l’accento. E’ anche uno dei più facili da scrivere, forse non da coniugare, ma sicuramente è uno di quei pochi con cui si può fare il complemento oggetto interno.
Ecco che arriva il “so di sapere”, che è una cosa a effetto tipo “vivo la vita”, complemento oggetto interno molto usato da Baglioni e Masini nei loro anni d’oro. Se vivi nell’era dei social il “so di sapere” è molto condizionato da quello che sanno gli altri. Lo stesso concetto di glocalizzazione si estende quindi anche all’arte di farsi i cazzi propri, sapendo di non sapere nella maggior parte dei casi. Cinque cose che io non so, ma che gli altri sanno di me.
- Salute. Ho il cuore sportivo (citando il medico dello sport). E’ quello che la mattina mi lascia per andare a fare jogging
- Sport. Sono finto (anche qui?), nel senso che nella classifica del mio sport non risulto ancora posizionato e frego l’avversario che in questo caso non sa cosa so
- Matrimonio. Mi sposo a giugno, ma non so dove, né chi sarà il prete, né, soprattutto, se una sposa ci sarà, ma siete comunque tutti invitati vi aspetto vestiti da animali
- Lavoro. Chi mi ascolta sa chi sono, ma io non so chi sono loro
- Equitalia. Sanno se ho esagerato con lo shopping, cosa che io non saprò mai
C’è chi sa cose di te che a saperle sai quanto saprei sfruttarle meglio. Colonna sonora: Mala vida By Olivia Ruiz