Lo posso dire? Ho sempre odiato Cappuccetto Rosso. E’ lo stereotipo di quelle che dietro al buonismo nascondono lati perversi. Una futura mistress che in realtà non vedeva l’ora di essere circuita dal Lupo. Ho avuto la certezza di non essere fuori strada leggendo cosa ne pensa Erick Fromm (lo stesso de L’Arte di amare).
E ho scoperto che ogni fiaba se letta bene ribalta i ruoli, cioè tipo Cenerentola la zoccoletta priva di mezzi e la matrigna la brava educatrice, o Biancaneve una modella con la puzza sotto al naso e la strega solo una povera invidiosa ecc ecc… Cinque elementi da non sottovalutare in una fiaba (secondo Fromm).
* La casa/castello. E’ il luogo dove si rifugiano tutte: Biancaneve, Cappuccetto Rosso, la Bella della Bestia. E’ lì che vogliono consumare la prima volta, non in camporella
* Il lungo sonno. Sarebbe il “caro ho mal di testa” di oggi. Si addormentano nella tana del lupo per rimandare il momento clou
* Il sentiero. E’ la retta via. Se esci dal sentiero potrai trovare bestie cattive, sortilegi e cose brutte. Un po’ tipo la famiglia perfetta con la multipla e un mese a Senigallia
* Il mostro. Che sia la matrigna, la strega o il lupo, il nemico rappresenta l’argine del raziocinio per il protagonista della fiaba, come un monito: paga le tasse e non ti cercherà nessuno
* Il principe azzurro. E’ il partner della prima volta, niente di più. Solo più tardi i protagonisti scopriranno che anche lui/lei soffre di reflussi gastrici
La mattina per la verità è cominciata con una immagine raccapricciante: sempre Erick Fromm (sì, lo ripeto, lo stesso de L’Arte di amare) sostiene che il cappuccetto rosso rappresenti il simbolo delle mestruazioni femminili, ovvero l’illibatezza. Cappuccetto Rosso, avrà avuto anche un nome civile all’anagrafe? Colonna sonora: Hotel California By Eagles