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Il Decalogo di Santa Claus

Lo so, può sembrare blasfemo parafrasare al profano una cosa sacra, ma c’è una valida giustificazione che si chiama proprio “I dieci comandamenti” che in questo caso non sono quelli della Bibbia, ma il film che lo stesso regista ha deciso di fare prima nel 1923 (140 minuti muti) e poi, visto che si era scoperto l’audio, nel 1956 (244 minuti). Quei 244 minuti mi sono toccati una volta all’anno, a volte anche due.

Con tutto il rispetto per gli amanti del genere, di colossale quel film per me ha solo la noia che più o meno nasce dal minuto 7 quando per la prima volta si vede un giovane Charlton Heston che circa 50 anni dopo avrebbe interpretato un nazista. Detto questo, l’unico modo per sopportare quel film era immaginare che il bel Mosè avesse un cappello da Babbo Natale, ché se ci pensi bene Heston che interpreta quel ruolo sarebbe un oscar sicuro. Ecco così i Dieci Comandamenti di Santa Claus.

1. Non esiste altro Babbo Natale all’infuori di me. Quelli dell’Esselunga sono tarocchi.
2. Non nominare Santa Claus a casaccio, sennò i regali non te li porto.
3. Ricordati di lasciarmi il panettone nel camino, sennò mi faccio male quando cado.
4. Non fare incazzare il babbo e la mamma, che sono loro che mi saldano la fattura.
5. Non incendiare i formicai e lascia i nidi di uccello dove sono.
6. Non guardare siti porno fino ai 18 anni.
7. Non rubare i regali degli altri, anche se i tuoi ti fanno schifo.
8. Non dire bugie sui voti a scuola, tanto prima o poi i tuoi lo sapranno.
9. Non desiderare la Befana più di me.
10. Il giardino del vicino è sempre più bello, ma accontentati del tuo che è anche troppo.

E con questo posso anche procedere a scrivere la letterina all’amato Babbo Natale. Colonna sonora: Jingle bell rock By Bobby Helms

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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