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Il coraggio dei numeri primi

Al liceo (fase della vita da nerd) pur di non chiedere una cosa al prof. di turno finivo per non capirla. Non so se avevo imbarazzo dei miei compagni, del professore, o peggio ancora di me stesso. La paura era quella di chiedere l’ovvietà. Sono andato avanti per anni invidiando chi riesce a “rompere il ghiaccio”. C’è sempre un primo in qualcosa che inizia.

Cinque “numeri primi” che avrei voluto essere all’epoca.

 

  • Applauso. Il compito più difficile non è lanciarlo, ma creare seguito. Se fallisci meglio scappare con la scusa della telefonata silenziosa
  • Buffet. E’ imbarazzante mangiare? Evidentemente sì, ai buffet. Se cominci per primo sarai tacciato come “il merendero” della situazione
  • Tuffi. Allora, chi si vuol buttare per primo per sentire come è l’acqua? Sarà sempre il fighetto della compagnia, oggi con la pancia e la multipla
  • Coro. Vi siete mai chiesti ai concerti chi sia il “capo ultrà”? Secondo me qualcuno con la voce grossa
  • Eucarestia. In genere la prima è l’anziana vedova seduta sull’angolo centrale della prima fila. E’ furba, si accaparra l’unica ostia non contaminata dal resto della platea

 

Tornando all’era nerd, è finita che per lavoro faccio domande in pubblico, sono il primo a farle. Chiedo applausi, mangio per primo se ho fame, mi tuffo al volo tra le meduse, inneggio cori ai concerti, anche di Sol Gabetta. L’unica cosa che non faccio è arrivare primo, nè ultimo per la verità, all’Eucarestia: sono all’antica, prima ci si deve confessare. Colonna sonora: Old habits die hard By Mick Jagger (versione feat Sheryl Crow)

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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Alessandro Maurilli

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