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Heated soup (or usual?)

Chi ancora sostiene che le zuppe (o minestre) riscaldate non siano buone, non conosce di sicuro la quinta gamma. Che non è un raggio laser da sparare contro gli alieni di Prato, ma appunto la verdura fresca già cotta e pronta all’uso nei banchi del supermercato. 3 minuti di microonde alla massima potenza e non devi sporcare neanche il piatto. Se poi ti senti un po’ imperiale dentro, la puoi mangiare anche senza il cucchiaio.

Ed ecco la migliore zuppa riscaldata della terra. Persino io che secondo il mio amico Fabrizio sono il re delle zuppe riscaldate, grazie a questa mi sono ricreduto. E non so spiegarmi il motivo. E’ vero la zuppa riscaldata in genere perde il sapore iniziale. La devi mangiare perchè è come se non ci fosse altro da sgranocchiare se non quella. Perde di consistenza. Le verdure diventano tutte uguali per forma, colore e anche sapore e non riesci più a distinguere il fagiolino dalla patata e le sfumature, vera essenza di una zuppa, svaniscono. A un certo punto smetterai di mangiarla perchè la domanda sarà chi te lo fa fare. E rischierai di morire di fame, o sarai costretto a ingerire esseri talvolta spregevoli rimediati in giardino. Non è così con la quinta gamma. Il segreto sarà il microonde buono? Non lo so. Fatto sta che c’erano tutti i sapori distinguibili e per una volta era una zuppa vergine da riscaldare. Non ha preteso spiegazioni, giustificazioni di nessun tipo. E le verdure erano tutte lì, si potevano vedere, scegliere, ci si poteva anche parlare. Per una volta posso dire anche io che non era la solita zuppa, quella zuppa riscaldata. Colonna sonora: Soup song By Robert Wyatt

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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Alessandro Maurilli

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